‘Interferenze’ del sodalizio mafioso sull’amministrazione comunale di Randazzo sono emerse nell’inchiesta della Dda di Catania che mercoledì (26 ottobre) ha inferto un duro colpo al clan Laudani e ha smantellato la cosca dei Sangani. Dalle indagini sono emerse pressioni su tre rappresentati istituzionali, ‘attuali e passati’: Francesco Giovanni Emanuele Sgroi, all’epoca delle indagini (2018) e tuttora sindaco in carica, Carmelo Tindaro Scalisi, Consigliere Comunale e attuale Presidente del Consiglio Comunale e Marco Crimi Stigliolo, consigliere comunale nella precedente amministrazione, anch’essa guidata dal sindaco Sgroi.
Un pizzino ‘cercati l’amico buono’ e una bottiglia con liquido infiammabile erano i segnali chiari della richiesta estorsiva del clan Laudani (condotte da Salvatore e Francesco Sangani e Samuele Portale. Era questo il modus operandi utilizzato dal clan Laudani per le estorsioni, come emerso dalle indagini della Dda di Catania, nell’operazione ‘Terra bruciata’ con la quale è stata disarticolata la cosca mafiosa della famiglia Sangani.
Estorsione a un imprenditore
I carabinieri sono riusciti a rilevare una dinamica estorsiva che persisteva da lungo tempo, intercettando un soggetto insospettabile, subito dopo aver riscosso circa 4mila euro da un imprenditore randazzese. Quest’ultimo, in passato, era già stato vittima di pressanti richieste e di una serie di danneggiamenti.
Oltre 200 i Carabinieri del Comando Provinciale di Catania che hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale etneo, nelle provincie di Catania, Cagliari e Rimini. Più di 30 gli indagati, accusati di “associazione di tipo mafioso”, “estorsione”, “associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti”, “detenzione illegale di armi e munizioni” e “concorso in violazione di domicilio aggravata da violenza sulle cose a mezzo di incendio”, reati aggravati dal metodo mafioso.

