I sindacati hanno proclamato sciopero e chiedono un piano di ricapitalizzazione per salvare l'azienda
Lavoratori e sindacati di Ansaldo Energia in piazza mercoledì mattina a Genova: dopo l’assemblea ai cancelli della fabbrica è partita la mobilitazione con corteo per le vie della città. Otto ore di sciopero proclamato su tre turni, la richiesta a Cdp è un piano di ricapitalizzazione per salvare l’azienda dalla crisi esplosa lo scorso agosto.
Protesta blocca casello Genova ovest e sopraelevata
Hanno bloccato le rampe d’accesso al casello di Genova Ovest i lavoratori di Ansaldo Energia a Genova, in presidio per chiedere a Cassa depositi e prestiti un impegno formale che riconosca l’importanza strategica dell’azienda e le intenzioni di ricapitalizzazione urgente per salvare lo stabilimento genovese dalla crisi esplosa a fine agosto. Al momento il traffico è bloccato nel quartiere di Sampierdarena, raggiunto dai lavoratori in corteo, così come la sopraelevata di Genova. L’intenzione è quella di rimanere in presidio fino a che non ci sarà notizia di un impegno formale.
“Dopo oltre 2 mesi dalla comunicazione alla rsu della situazione economica dell’azienda, siamo ancora in attesa di conoscere il futuro di lavoratrici e lavoratori di Ansaldo Energia. Parliamo di un’azienda che dovrebbe essere strategica per il nostro paese, ma in realtà manca oggi di prospettive certe e Genova non può continuare a vedere quello che resta del proprio tessuto industriale abbandonato a scelte sbagliate e a mancata progettualità”. Lo afferma il segretario della Camera del Lavoro di Genova Igor Magni, nel corso della mobilitazione dei lavoratori di Ansaldo Energia in corteo a Genova. “Parliamo – aggiunge – della vita delle persone che vi lavorano oggi, ma anche di posti di lavoro qualificati per i nostri giovani domani. Questa deve essere la lotta di tutta la città come lo è stata quella per il cantiere navale di Sestri ponente, anche in quel caso avevamo ragione noi, ma servono decisioni immediate e oggi l’intervento annunciato dal Prefetto, da parte di Cassa depositi e prestiti, era già previsto da una precedente ricapitalizzazione e serve a garantire il pagamento degli stipendi altrimenti a rischio, ma non va oltre”.
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