I dati dell'Associazione Antigone
Nei primi otto mesi del 2022, 59 persone si sono tolte la vita in carcere. Più di una ogni quattro giorni. Sin dall’inizio dell’anno il fenomeno ha mostrato segni di “preoccupante accelerazione, fino a raggiungere l’impressionante cifra di 15 suicidi nel solo mese di agosto, uno ogni due giorni”. A due terzi dell’anno in corso, è già stato superato il totale dei casi del 2021, pari a 57 decessi. Lo scrive Antigone nel Dossier sui suicidi in carcere nel 2022 aggiornato.I numeri di quest’anno generano un vero e proprio allarme – sottolinea Antigone – non avendo precedenti negli ultimi anni. Non è facile trovare delle spiegazioni. Non è neanche facile trovare delle soluzioni. Di questo ne siamo consapevoli. Sappiamo anche che la vita carceraria è dura, genera sofferenza, esprime solitudini, produce desocializzazione e malattie. Va fatto tutto il possibile per modernizzarla, renderla più a misura di donna o uomo, per ridurre la distanza tra il dentro e il fuori.
“Noi – fa sapere l’associazione per i diritti e le garanzie del sistema penale – mettiamo a disposizione di giornalisti, politici, operatori del diritto, esponenti delle istituzioni, studiosi, attivisti questo dossier per costruire un senso comune diverso intorno alla pena e alle sue condizioni talvolta tragiche di esecuzione. Non sempre è facile avere informazioni sui suicidi avvenuti, sulle biografie delle persone che si sono tolte la vita. Meritoria è la scelta del Garante Nazionale di porsi come persona offesa in ogni caso di suicidio”.”Il dossier di Ristretti Orizzonti, a cui siamo grati per il lavoro svolto, da tanti anni raccoglie notizie relative ai decessi in carcere. Esso racconta come non ci siano mai stati nei primi due terzi dell’anno tanti suicidi come nel 2022. Il numero più alto finora era quello del 2010, con 45 casi. Ma ben quattordici in meno rispetto ad oggi”.
“Ogni caso di suicidio – prosegue Antigone – ha una storia a sé, fatta di personali sofferenze e fragilità, ma quando i numeri iniziano a diventare così alti non si può non guardarli con un’ottica di insieme. Come un indicatore di malessere di un sistema che necessita profondi cambiamenti”.
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