Confcommercio: guerra e caro energia, gli italiani tagliano su turismo e cultura

Confcommercio: guerra e caro energia, gli italiani tagliano su turismo e cultura
Foto Carlo Lannutti/LaPresse 15- 09 – 2018 Roma, Italia Cronaca. Litorale Laziale Ostia . La fine della stagione balneareNella foto: le spiagge di Ostia

L’allarme del presidente Sangalli: “Già ridotti drasticamente i consumi nei due settori”

Gli effetti della guerra in Ucraina e il caro energia cominciano a farsi sentire in Italia. I primi settori a soffrirne, ancora una volta, sono il turismo e la cultura, per i quali gli italiani hanno già tagliato sulle spese. A lanciare l’allarme è il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli: “Le famiglie italiane – ricorda – hanno già ridotto drasticamente i consumi per turismo e cultura a causa della pandemia. E proprio turismo e cultura risentiranno di più degli effetti del conflitto in Ucraina e del caro energia”. Secondo Sangalli “occorre un’operazione fiducia per le imprese attraverso l’aumento dei fondi emergenziali e la proroga delle moratorie bancarie e fiscali. Ma occorre farlo subito perché il sistema imprenditoriale non può reggere una situazione di crisi continua”.

Stando ai dati di Confcommercio, per il turismo, i circa 60 milioni di arrivi e 160 milioni di presenze in Italia che nel 2021 continuano a mancare all’appello rispetto al 2019, uniti agli oltre 22 milioni in meno di viaggi degli italiani all’estero, confermano “la crisi che ancora vive il settore che ha davanti prospettive ancora meno incoraggianti”. Tra i primi consumi tagliati ci sono, infatti, la ristorazione, le vacanze e la cultura, tutti casi in cui almeno il 60% degli intervistati dichiara di avere già modificato le proprie abitudini di acquisto.

Pasqua non sembra fare eccezione: con quasi 8 milioni di italiani intenzionati a partire, solo 4 milioni hanno già concretamente programmato. Anche le scelte di viaggio “fanno capire come sia critica la situazione”, sottolinea Confcommercio che riporta di spostamenti brevi e di corta durata e all’interno della regione di residenza per la metà dei vacanzieri; probabilmente un solo pernottamento e spesa nell’ordine dei 200 euro a persona tutto incluso, mentre solo il 6% opterà per mete estere, contro il 13% del 2019. A determinare le scelte in questo caso, non sono le tipologie di destinazione – mare o montagna, ma le motivazioni: prime fra tutte, evidenzia ancora Confcommercio, il bisogno di ‘stare in relax con la propria famiglia’ o vivere un’esperienza di ‘arte e cultura’, anche solo visitando una città d’arte o un borgo. Aumentano le vacanze nelle seconde case, scelte quest’anno da 5 italiani su 10 (erano il 40% nel 2019), conseguentemente l’altra metà sceglierà una struttura turistico-ricettiva. Per la spesa, 4 intervistati su 10 dichiarano che si attesteranno sui livelli dello scorso anno, mentre 2 su 10 spenderanno addirittura tra il 10% e il 25% in meno.

Allargando lo sguardo fino all’estate “non può che esserci preoccupazione”. Otto intervistati su 10 dichiarano che o rinunceranno a partire o ridurranno i giorni e le spese delle vacanze. Nei consumi culturali prevale invece nettamente la rinuncia tout court, mentre per la ristorazione e l’intrattenimento la scelta prevalente è quella di ridurre il numero delle occasioni di acquisto.

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