Il messaggio del Pontefice alla vigilia del ricordo delle vittime della Shoah
“La storia dei campi di distruzione dovrebbe venire intesa da tutti come un sinistro segnale di pericolo”: risuonano sempre attuali le parole di Primo Levi, in ‘Se questo è un uomo’, nel mettere in guardia dal pericolo che l’orrore dell’Olocausto possa ripetersi. Alla vigilia del Giorno della Memoria, per i 77 anni dall’arrivo delle truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, al campo di concentramento di Auschwitz, liberando chi era sopravvissuto e ponendo fine all’orrore. Lager nei quali finirono rinchiusi ebrei, rom, sinti, omosessuali, oppositori politici, dissidenti. L’Italia si prepara a iniziative in memoria di tutte le vittime con celebrazioni e deposizioni di pietre dell’inciampo, piazzate laddove è stata identificata l’ultima residenza degli ebrei prima di essere deportati.
“È necessario ricordare lo sterminio di milioni di ebrei, di persone di diverse nazionalità e fedi – è il monito di Papa Francesco, al termine dell’udienza generale – Non deve ripetersi mai più quella indicibile crudeltà”. Il Pontefice fa appello “a tutti, specialmente a educatori e famiglie, perché favoriscano la consapevolezza dell’orrore di questa pagina nera di storia”. C’è la necessità, per il Santo Padre, di “costruire un futuro dove la dignità umana non sia mai più calpestata”.
I presidenti di Camera e Senato, rispettivamente Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati, deporranno una corona di fiori in Largo 16 ottobre 1943, luogo simbolo della deportazione degli ebrei romani verso i campi di sterminio.
Dagli orrori dell’Olocausto e dalle atrocità della seconda guerra mondiale sono nate le Nazioni Unite e, nel 1951, la Convenzione sui Rifugiati, trattato internazionale ancora oggi fondamentale per garantire la protezione dei rifugiati. Eppure, evidenzia Unhcr, Agenzia Onu per i rifugiati, “nel mondo, milioni di persone continuano a soffrire a causa di discriminazioni e violenze, inclusi coloro che fuggono da guerre e persecuzioni. Con l’86% dei rifugiati ospitati in paesi a basso e medio reddito, è fondamentale che l’Europa e i suoi Stati membri si mostrino solidali sia verso coloro che chiedono protezione nell’Ue, sia verso i paesi che accolgono la gran parte dei rifugiati e degli sfollati”. “Oggi i respingimenti e le narrative politiche xenofobe, insieme con barriere fisiche e legislative – sottolinea Unhcr – stanno limitando il diritto ad accedere al territorio europeo allo scopo di chiedere asilo, mettendo in pericolo vite e compromettendo i diritti di chi è in fuga da guerre, conflitti e persecuzioni”.
Chiede di “mobilitarsi contro l’odio” anche Amnesty international Italia. Una mobilitazione necessaria alla luce della “recente aggressione di un 12enne ebreo, ieri nel Livornese” e per la quale la procura per i minorenni ha aperto una inchiesta.
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