A far scattare l'operazione la denuncia di una giovane costretta a prostituirsi
(LaPresse) È stato il coraggio di una giovane donna nigeriana che ha portato all’arresto di 4 di quattro boss della mafia nigeriana denominata Black Axe, bloccati nella notte dalla squadra mobile di Palermo. La ragazza, vittima di riti voodoo in Nigeria è riuscita grazie all’opera di un pastore pentecostale a liberarsi dal condizionamento e a rivolgersi agli investigatori della sezione criminalità straniera e prostituzione della squadra mobile diretta da Marco Basile. La giovane ha raccontato le violenze subite nel suo paese d’origine da parte di persone appartenenti a un’organizzazione “cultista” e l’incubo del viaggio con cui è entrata da clandestina in Italia, dove poi è stata costretta a prostituirsi. Dalla testimonianza della vittima è emerso che, nel suo Paese, era segregata da un gruppo di uomini appartenenti al secret cult denominato Black Axe, riuscendo a liberarsi grazie all’intercessione di un connazionale, dietro suo impegno a recarsi in Italia come ‘schiava’ del gruppo stesso. Per questo motivo, la ragazza è stata ‘sottoposta’ a un rito voodoo durante il quale prometteva di restituire i 15mila euro stabiliti per raggiungere l’Italia.
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