L'arcivescovo di Napoli: "Disegnaci l'arcobaleno, così come lo vedi tu"

Centinaia di persone si sono strette intorno alla famiglia del piccolo Samuele Gargiulo, il bimbo di 4 anni morto venerdì scorso a Napoli, dopo essere caduto dal terzo piano della sua abitazione nella centralissima via Foria. Palloncini bianchi all’esterno della chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Croci, dove si sono svolti oggi i funerali. A celebrare la messa è stato l’arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia. Don Mimmo ha letto una lettera rivolta al piccolo Samuele: “Forse solo tu, Samuele, oggi avresti diritto di parola, solo tu saresti in grado di restituirci una dimensione che sappia di verità. Ma tu continui a dire da lassù ti voglio bene. Lo dici ai tuoi cari, alle persone del tuo quartiere, alla tua squadra del cuore, il Napoli. E dici ancora ti voglio bene a chi non ha saputo cogliere il dono della vita che era e continua ad essere in te. Voglio guardarti negli occhi e lasciare che sia tu a indicarci come vivere questo momento, come abitare questo dolore così forte che ci attanaglia il cuore”. Poi monsignor Battaglia ha proseguito con commozione: “Disegnaci l’arcobaleno, così come lo vedi tu. E disegna anche me, disegna la tua mamma e il tuo papà ma non come ci vediamo noi. Disegnaci come ci vedi tu, come vorresti vederci ogni giorno; perché da quel tuo disegno possiamo imparare la vita, a vivere questo dolore senza lasciarci sopraffare da esso ma provando a scorgere un po’ più di amore e di speranza. Per non smarrirci. Per non perderci. Per resistere. Per continuare a stare in piedi e andare avanti sotto questa croce, che ci sembra troppo pesante. Tu ce lo insegni, Samuele, solo l’amore resta”.

Tensioni fuori dalla chiesa

Momenti di commozione, ma anche di tensione all’esterno della chiesa, dove un agente della Digos è stato aggredito da alcune persone, scambiato per un videomaker. Il poliziotto stava facendo alcune riprese quando è stato accerchiato e malmenato. In mattinata il legale della famiglia Domenico De Rosa, aveva deciso di incontra la stampa per chiarire che “la famiglia non cerca né vendetta né soluzioni catastrofiche nei confronti di Mariano Cannio (gravemente indiziato per l’omicidio del piccolo Samuele, ndr). La famiglia aspetta la verità, di capire perché è successo”. Su Cannio, l’avvocato De Rosa ha evidenziato: “Per quanto mi è stato riferito era una persona tranquilla anzi che godeva della fiducia perché dava un senso di tranquillità. La famiglia non sapeva della schizofrenia. Il senso di riservatezza e tranquillità che dimostrava Cannio era un motivo in più per continuare a trattarlo in quel modo, cioè una persona tranquilla a cui affidare le pulizie con la presenza di una signora incinta”.

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