Per la ricostruzione 2,7 miliardi di euro. Il commissario Legnini: "Segnali positivi"

Sono passati cinque anni dal 24 agosto 2016, giorno del terremoto di Amatrice. Alle 3.36 una scossaa di magnitudo 6.0, il cui epicentro venne identificato tra Accumoli e Arquata del Tronto, fece tremare la terra uccidendo 299 persone: 237 ad Amatrice, 51 ad Arquata e 11 a Accumoli.

Oggi sono oltre 5mila i cantieri attivi. Prosegue infatti con questi numeri la ricostruzione nel centro Italia nelle aree colpite dal sisma del 2016 e 2017. Una ricostruzione accelerata negli ultimi mesi, di pari passo con un processo di semplificazione della normativa, culminato con la recente elaborazione del testo unico, aperto alla consultazione pubblica fino a metà settembre. Nell’ultimo anno, sono state presentate un terzo delle richieste di contributo complessive, 2,7 i miliardi di euro già stanziati. Alla vigilia dell’anniversario del sisma che ha colpito le regioni del centro Italia, il Commissario straordinario per la ricostruzione post sisma 2016 Giovanni Legnini, che in conferenza stampa ha presentato il Terzo rapporto sulla ricostruzione, con le statistiche aggiornate al mese di giugno. Oggi sono cinque anni dalla scossa di Amatrice, la prima di uno sciame sismico andato avanti per mesi, interessando Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. Un tempo sufficiente per tracciare i primi bilanci, proprio ora che le risorse del Pnrr sembrano poter dare un impulso decisivo alla ricostruzione.

“La ricostruzione prosegue, i segnali sono positivi, ma rimane molto lavoro ancora da fare”, ha sottolineato Legnini. Le domande di contributo per la riparazione o la ricostruzione degli immobili danneggiati ricevute sono quasi 21mila, con un incremento del 60 per cento nell’ultimo anno e mezzo. Queste richieste, per un valore totale di 5,4 miliardi di euro, riguardano 52 mila unità immobiliari di tipo residenziale e 1.150 immobili produttivi. Delle domande pervenute, oltre 10.200 hanno già ottenuto il decreto che autorizza l’apertura dei cantieri e stanzia i finanziamenti accordati. Le unità abitative già restituite sono circa 12mila, mentre 13mila sono attualmente in ricostruzione. Numeri che, secondo le parole del commissario, testimoniano “l’accelerazione prodotta nei primi sei mesi di quest’anno, con 3300 cantieri autorizzati e finanziati”.

Come ha sottolineato Legnini, la ricostruzione pubblica procede più lentamente rispetto a quella privata, anche perché richiede una programmazione diversa. Anche su questo fronte, si registrano però alcuni avanzamenti. L’emanazione di 25 ordinanze speciali in deroga riguardanti la ricostruzione di borghi più distrutti, ha permesso ai comuni di usufruire di procedure semplificate e più veloci. Nei primi sei mesi del 2021, la spesa per le opere pubbliche è stata di 144 milioni di euro, più del doppio rispetto a quella dell’intero 2020, che si era fermata a 62 milioni. Le opere pubbliche finanziate dalle ordinanze sono oltre 2600, include 900 chiese.

Ricostruire non significa solo rimettere in piedi edifici e infrastrutture. Senza un sistema economico vivace e un tessuto produttivo dinamico, non potrà esserci nessuna vera ripartenza nelle aree ferite dal terremoto. Per questo Legnini ha anche annunciato lo stanziamento di risorse consistenti destinate allo sviluppo e alla rinascita socio-economica dei territori coinvolti nel sisma. “È questa – ha dichiarato Legnini – la vera novità della ricostruzione che stiamo portando avanti”. Va in questa direzione il Pacchetto sisma del Pnrr, con 1,8 miliardi indirizzati ai crateri del centro Italia e a quello dell’Aquila, così come la previsione di 160 milioni di euro stanziati nell’ambito del Contratto istituzionale di sviluppo attuato dal Ministero per il Sud e la coesione territoriale guidato da Mara Carfagna.

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