Green Pass e vaccini, Demuro: “Lo Stato può imporli, Costituzione tutela salute”

Il costituzionalista a LaPresse: "In questo momento è un'arma per proteggere la popolazione"

Chi invoca il diritto alla libertà di scelta e lo brandisce come baluardo della propria ostinata decisione di non vaccinarsi, per non piegarsi alla logica del green pass, deve farsene una ragione: la Costituzione non è dalla sua parte. O almeno, lo è fino a un certo punto. Perché la legge delle leggi tutela il diritto di ciascuno alla salute ma allo stesso modo quello della collettività. La conclusione è chiara: la libertà individuale finisce nel momento in cui rischia di compromettere la salute dell’intera popolazione. Applicata ai tempi neri della pandemia, è ancora più chiara: lo Stato può pretendere che venga esibito il green pass, perché in questo momento è un’arma per proteggere la popolazione. A dispetto delle piazze inferocite. Lo spiega a LaPresse Gianmario Demuro, cagliaritano, docente di diritto costituzionale nel Dipartimento di Giurisprudenza del capoluogo, sino al 2019 adjunct professor della John Marshall Law School di Chicago, autore di oltre 100 pubblicazioni tra libri, articoli, relazioni e note di giurisprudenza.

L’articolo 32 della Costituzione

“Non ci sono dubbi: la Costituzione, all’articolo 32, dice chiaramente che è legittimo, nel momento in cui sia necessario tutelare la salute pubblica, imporre restrizioni attraverso una legge. Questo significa che il parlamento, in un momento di emergenza come questo, può approvare una legge per rendere obbligatorio il vaccino. La nostra Repubblica è tenuta a garantire il diritto alla salute e a non morire di una malattia curabile”, spiega Demuro. “Del resto, il diritto alla salute viene definito fondamentale, una parola usata nella nostra Costituzione solo ed esclusivamente in riferimento alla salute, che è diritto individuale ma anche collettivo, e dunque ha una dimensione sociale”.

La sentenza della Corte Costituzionale

A dare man forte alla Costituzione, la sentenza 5 del 2018 della Corte Costituzionale, con l’allora presidente Marta Cartabia, attuale ministro della Giustizia. “Quella sentenza, nata dalla vicenda dell’esplosione di casi di morbillo stabilisce che lo Stato può imporre un obbligo vaccinale a tutela della salute collettiva“, ricorda Demuro. “Si ribadisce, infatti, molto chiaramente che lo Stato ha la possibilità di tutelare la salute collettiva, chiarendo tre aspetti: è necessaria una legge, deve essere dimostrato che il vaccino porta un beneficio e non ci deve essere pericolo per la salute delle persone. In sostanza – sottolinea Demuro – se la scienza dimostra che una determinata strategia medica è utile, si può rendere obbligatoria, con una legge che preveda le relative sanzioni, e non attraverso un dpcm, perché lo stato di emergenza semplifica le procedure ma non autorizza deroghe alla Costituzione. In questo contesto – spiega ancora il costituzionalista cagliaritano – il green pass ha un senso: tutti possono accedere alla vaccinazione e dunque è legittimo chiederlo per la tutela della salute pubblica. Chi non vuole vaccinarsi non può pretendere di coinvolgere nella sua scelta chi si è immunizzato.” E i medici che rifiutano il vaccino, stanno violando le regole? “Medici e infermieri si devono vaccinare, è assurdo che un paziente si debba chiedere se il medico che lo cura sia vaccinato o no. Di sicuro, non stanno onorando il giuramento di Ippocrate”. Lo stesso discorso vale per gli insegnanti? “Credo che lo debbano fare tutti coloro che hanno un ruolo in una comunità. Sui bambini la questione è più articolata, ma è sempre il Parlamento a dover trovare la sintesi: il limite resta comunque la tutela della dignità umana”.

Ma al di là di codici, leggi e imposizioni, secondo Demuro la decisione di vaccinarsi dovrebbe essere mossa dal desiderio di fare tutto il possibile per mettere in sicurezza la propria comunità. “I care, ci tengo: è questo il sentimento che dovrebbe spingere ognuno di noi verso la scelta più giusta e saggia”.