Il licenziamento riguarda oltre 300 lavoratori dello stabilimento di Napoli. "Non avete avuto problemi ad accettare ammortizzatori, ma ne avete quando vi si chiede di non prendere decisioni unilaterali", dice la viceministra

“Dopo lunga riflessione abbiamo deciso di avviare la procedura di licenziamento collettivo“. Lo ha annunciato, a quanto si apprende, l‘a.d di Whirlpool Luigi La Morgia al tavolo al Mise guidato dal Vice-ministro Todde. Il licenziamento collettivo riguarda oltre 300 lavoratori dello stabilimento di Napoli. “Siamo consapevoli della nostra scelta, siamo il più grande investitore e produttore di elettrodomestici in Italia”, ha aggiunto l’ad.

La Vice-ministra al Mise Alessandra Todde ha chiesto alla Whirlpool di prolungare Cig e rinviare i licenziamenti: “Abbiamo bisogno di tempo per irrobustire il percorso di reindustrializzazione, su cui stiamo lavorando quotidianamente. Quindi per l’azienda accettare la proroga della Cig, rinviando l’avvio della procedura di licenziamento, è una scelta che non pesa minimamente. Mentre per i lavoratori, per la città di Napoli e per il piano di rilancio su cui stiamo lavorando, fare questa scelta è assolutamente indispensabile”, ha dichiarato la Viceministra Todde. “Chiedo all’azienda di non costringere le istituzioni a lavorare ad un piano senza dialogo“, ha aggiunto sottolineando che “il governo ha lavorato a piani alternativi, sono a livello di maturazione diversi, abbiamo chiesto a Whirlpool incontri tecnici per verificare le varie condizioni, ma l’azienda non ha voluto effettuarli prima del tavolo di oggi. Mise e Invitalia hanno lavorato a lungo, noi siamo pronti a procedere – con un piano serio e resiliente – ma chiedo nuovamente all’azienda determinate cose: nonostante avete disatteso l’accordo, nonostante abbiate usufruito di tutti i benefici del caso, state decidendo di avviare una procedura di licenziamento collettivo senza alcuna motivazione. Non avete avuto problemi ad accettare ammortizzatori, ma ne avete quando vi si chiede di non prendere decisioni unilaterali che non facilitano il dialogo e il confronto leale tra le parti”.

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