Il freno di sicurezza che non ha funzionato è al centro dell’inchiesta della magistratura sull’incidente alla funivia del Mottarone, che domenica ha provocato la morte di 14 persone. Una fune traente della cabinovia si è spezzata, ma tutta l’attenzione è ora concentrata sul motivo per il quale il freno di emergenza non è scattato automaticamente: il giorno prima c’era stato un piccolo guasto, che aveva provocato lo stop alla funivia per circa 30 minuti, forse un’ora. “Eravamo già su in vetta, siamo tornati alla stazione per scendere. Ci hanno detto che c’era un ritardo. Dopo 20 minuti siamo saliti sulla cabina e sopra c’erano due tecnici“, racconta un testimone. “Per le 17 avevamo la corsa di ritorno, ma il ragazzo che gestiva l’impianto ci ha detto che ci sarebbe stato un ritardo perché stavano facendo dei lavori”, spiega invece Nello, un altro testimone presente il 22 maggio al Mottarone. “Prima di salire a bordo hanno detto al ragazzo dell’impianto, ‘Oggi l’abbiamo aggiustata, domani si vedrà’, e discutevano di un cuscinetto che non erano riusciti a togliere”, aggiunge.
A confermare il guasto è anche la procura. “Così ci è stato riferito: si è bloccata la funivia e c’è stato un intervento per rimetterlo in funzione. Se questo sia collegato o meno all’incidente ancora non lo sappiamo”, ha detto la procuratrice di Verbania, Olimpia Bossi, che coordina l’inchiesta sul caso. Sono state iscritte nel registro degli indagati le prime persone: la procura indaga per omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e disastro colposo. Intanto i carabinieri della compagnia di Stresa hanno iniziato ad acquisire documentazione dei diversi enti e soggetti collegati alla gestione della funivia: “Tutti stanno mostrando collaborazione, per ora il materiale acquisito è stato sequestrato”, ha detto il comandante dei carabinieri di Verbania, Roberto Cicognani. Secondo alcuni frame delle immagini girate immediatamente dopo l’incidente, si vedrebbe una ‘forchetta’ inserita bloccare il freno: “L’ipotesi della forchetta e dell’errore umano fa parte degli accertamenti ma non è riscontrabile dai video che non sono nemmeno di qualità eccelsa”, ha specificato la procuratrice Bossi. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza sono state sequestrate: mostrano la cabina “che sussulta e poi torna indietro” spiega la procuratrice Bossi. “Tutto è stato coperto e repertato, noi non tocchiamo niente fino a quando intervengono i tecnici”, ha aggiunto la procuratrice.
Sul luogo dell’incidente, oggi, l’ennesima tragedia: un operatore tv, Nicola Pontoriero, è morto mentre percorreva i sentieri con una troupe di Mediaset, per un infarto. Inutili i tentativi di rianimarlo dei poliziotti che erano con lui e poi dei soccorritori. Intanto si continua a sperare per il piccolo Eitan, l’unico sopravvissuto alla strage: il bimbo è ricoverato all’ospedale Regina Margherita di Torino ed è iniziato oggi il suo risveglio dopo la sedazione. I medici parlano di ‘cauto ottimismo’ in proposito, anche se fonti dell’ospedale fanno sapere che sarà necessario un aiuto psicologico per quando il piccolo riuscirà a svegliarsi.