Molti punti del discorso programmatico di Mario Draghi al Senato sono piaciuti alla Comunità di Sant’Egidio, ma ce n’è uno, in particolare, che per il presidente Marco Impagliazzo rappresenta una “vera svolta”. E’ il passaggio sulla “casa come principale luogo di cura”, attraverso un uso più massiccio della telemedicina e dell’assistenza domiciliare integrata.
“Finalmente si tiene conto del progresso della scienza per aiutare gli anziani, i disabili, i malati che possono restare a casa”, spiega a LaPresse. “In Italia si è risposto troppo con il ricovero degli anziani negli istituti, ignorando che la prima causa di morte, per loro, è l’isolamento sociale. Se avvenisse un’inversione di tendenza su cui Sant’Egidio ha tanto insistito, sarebbe una svolta per milioni di italiani in direzione dell’umanità, della dignità e degli anni di vita in più garantiti, perché a casa si vive meglio e più a lungo anche da malati”.
Un richiamo cruciale è stato sui migranti, fronte su cui la comunità è impegnata in prima linea. Ha apprezzato l’accento sul nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo?
L’abbiamo molto apprezzato. Vorrei anche aggiungere però che poco è stato detto sul fatto che i migranti non sono solo persone in cerca di protezione internazionale, ma arricchiscono l’economia e la vita del Paese e quando si parla di cure a casa, ad esempio, non si può ignorare che tanti stranieri vivono questo lavoro proprio nelle nostre famiglie. Il tema non è solo quello dei rifugiati, occorre un’integrazione completa di chi è qui con noi. Penso anche alla cittadinanza ai bambini, non è stato evocato, ma spero che il Parlamento approvi al più presto lo Ius Culturae. Poi serve reintrodurre le quote per motivi di lavoro. Vorrei insomma che fosse capito di più e meglio l’apporto che gli immigrati stanno dando e possono dare per il futuro del nostro Paese.
A proposito di rifugiati, la conferma della ministra Lamorgese al Viminale è una buona notizia per i corridoi umanitari, organizzati spesso da Sant’Egidio?
Sì, la ministra ha tenuto una linea equilibrata, è molto competente. Prossimamente dovrebbero arrivare alcune persone da Lesbo, sia minori non accompagnati che famiglie vulnerabili, per un ricollocamento.
Sulle nuove povertà, altro settore che vi vede sempre impegnati, Draghi è partito dall’ultimo Rapporto Caritas per sottolineare l’attenzione che avrà il nuovo esecutivo.
Ha mostrato una conoscenza approfondita sull’argomento e l’ha colto con grande sensibilità, anche sull’aspettativa di vita diminuita a causa della pandemia. Denota una profonda conoscenza della questione degli ultimi ma anche dei penultimi.
Il tema scuola non è stato secondario, è preoccupato per le conseguenze della pandemia sui più giovani?
Sì, soprattutto sulla dispersione scolastica che riguarda molto il nostro Paese. L’Italia è fanalino di coda in Europa, siamo al 13% è un dato davvero grave, che la pandemia ha peggiorato, anche per i bambini che frequentano la scuola primaria. Su questo l’impegno del governo sembra serio e la scelta di Bianchi è fondamentale, ha a cuore il superamento della dispersione. L’abbiamo salutato con grande interesse.
Ha un appello da fare al Governo?
L’appello è soprattutto agli enti locali, soprattutto alle grandi città, che affrontino l’emergenza abitativa in modo serio perché migliaia di persone non hanno un alloggio decente. Il governo può certamente dare una spinta.
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