Anomalie nelle assunzioni e nelle retribuzioni oltre a degradanti condizioni d'impiego

Operazione della finanza contro il caporalato. I finanzieri del Comando Provinciale di Milano hanno sequestrato un'azienda agricola di Cassina de' Pecchi (Milano) del valore complessivo di oltre 7,5 milioni nell'ambito di un'indagine sullo sfruttamento della manodopera agricola. Dalle indagini sono infatti emerse anomalie nelle assunzioni e nelle retribuzioni dei dipendenti dell’azienda ma anche gravi e perduranti violazioni delle norme che regolano l’impiego dei braccianti agricoli. In particolare, i lavoratori non solo erano obbligati a prestare estenuanti turni di oltre 9 ore giornaliere, ma ricevevano una paga oraria di 4,50 euro, nettamente inferiore a quella minima prevista dal contratto collettivo nazionale. A questo vanno aggiunte degradanti condizioni d’impiego nei campi con i braccianti costretti a sforzi fisici oltremodo gravosi, tesi a velocizzare la raccolta dei frutti e in spregio alle norme anti Covid-19 sul distanziamento sociale.

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