Il Presidente del Consiglio davanti alla Commissione Parlamentare di Inchiesta sulla morte del giovane ricercatore friulano: dall'Egitto disponibilità ma ora vogliamo i fatti
"Ho posto la vicenda Regeni sempre in cima ai miei impegni e anche nelle relazioni con il presidente egiziano Al Sisi". Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte davanti alla Commissione Parlamentare di Inchiesta sulla morte di Giulio Regeni ha voluto subito sgomberare dal tavolo ogni dubbio sull'impegno del Governo e dello Stato nella ricerca della verità sull'omicidio del ricercatore friulano. Conte ha spiegato di aver sempre richiamato attenzione alla vicenda Regeni nel corso di ogni colloquio con IL Cairo: "posso assicurare che non c'è mai stato un colloquio che non abbia avuto al centro la vicenda Regeni" e che "la questione della barbara uccisione di Giulio Regeni è sempre stata al centro dell'attenzione del governo italiano".
"Fino a quanto presiederò io il governo – ha poi evidenziato il premier – la questione Regeni resterà al centro dell'attenzione". Un'attenzione che "spero ci dia la speranza di raggiungere la verità – ha aggiunto Conte – . Un obiettivo verso il quale rimarremo inflessibili fino a quando non lo otterremo". Non ha mancato il premier di parlare delle pressioni esercitate sull'Egitto: "Io stesso, se trascorrendo del tempo non avessi visto risultati concreti, avrei invitato il gabinetto dei ministri a valutare come soluzione spendibile e utile l'interruzione dei rapporti". Conte ha spiegato di essersi "insediato quando in passato c'era già stata l'interruzione dei rapporti" con il Paese guidato dal presidente Al Sisi e "mi sono convinto di cogliere da parte dell'Egitto l'attenzione nei mie confronti, come premier italiano, e ho cercato di volgere questa considerazione per ottenere un risultato che tuttavia stenta ancora a produrre dei risultati".
"Ho incontrato il presidente egiziano Al Sisi 6 o 7 volte – ha spiegato il premier – Il fatto di parlargli di persona, guardarlo negli occhi ed esprimere tutto il rammarico per poter influenzare con un'influenza diretta, vis a vis, forse non ha portato risultati, ma non significa che in questo momento una diversa posizione nei confronti dell'Egitto – ha aggiunto – non ci porti a una più intensa cooperazione".
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata