Il generale Francesco Gargano parla dell'omicidio di Mario Cerciello Rega: "C'erano quattro pattuglie che non dovevano essere visibili per pregiudicare esito operazione. Dispiacere per ombre sollevate"
La notte dell'aggressione a Mario Cerciello Rega il carabiniere è il collega non hanno reagito "perché non c'è stata possibilità di usare le armi. Sono stati sopraffatti nell'immediatezza, per loro non c'è stato tempo di reagire ne avrebbe potuto Varriale sparare a un soggetto già in fuga". È quanto ha chiarito generale il Francesco Gargano, a capo dei carabinieri di Roma, nella conferenza stampa sull'omicidio del vicebrigadiere . "Esprimo "disappunto e dispiacere per ombre e misteri sollevati sulla vicenda", ha aggiunto Gargano, che ha spiegato che c'erano quattro pattuglie che non dovevano essere visibili per pregiudicare esito operazione"
L'indicazione dei magrebini coinvolti nell'omicidio Cerciello "c'è stata data subito dopo il fatto da Sergio Brugiatelli", ha sottolineato il generale "Lo ha detto perché aveva timore di svelare che conosceva gli autori dell'omicidio. Non voleva essere associato al fatto", ha aggiunto.
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