Intervista al giornalista ed autore del libro 'Canapa. Una storia incredibile': "Le parole di Salvini? M5S e Pd tirino fuori il coraggio e contraddicano la Lega"
Confusione. Con questa parola Matteo Gracis, giornalista, esperto di cultura della cannabis ed autore del libro 'Canapa. Una storia incredibile', definisce l'effetto prodotto dalla sentenza della Cassazione, che ha stabilito che vendere i derivati dalla cannabis light è reato. Gracis, in attesa delle motivazione della sentenza, ci tiene però a fare un po' di chiarezza sul futuro dell'intero mercato: "A differenza di quello che dicono politici e giornali, i negozi non chiuderanno, semplicemente si adatteranno alla pronuncia e resisteranno".
La Cassazione scrive che la commercializzazione al pubblico di questi prodotti è reato "salvo che siano in concreto privi di efficacia drogante". Un passaggio che creerà senza dubbio incertezza e controversie.
Tutti dicono "da oggi chiudono i negozi", ma non è affatto vero. La legge da cui è nato il fenomeno della cannabis light (legge n. 242 del dicembre 2016, ndr) lasciava un vuoto normativo, che sicuramente andava colmato. Le sezioni unite con questa pronuncia, però, l’hanno colmato nel peggiore dei modi possibili, perché hanno creato ancora più confusione. Così come il mercato della cannabis light è stato 'inventato' su una legge non chiara, si adeguerà e si modellerà su una sentenza altrettanto non chiara. Quindi verrà cambiato il packaging dei prodotti, verranno aggiunte delle diciture, probabilmente molti inizieranno a tenere più bassa la soglia del Thc (la sostanza psicotropa contenuta nella cannabis, ndr), fermandosi sullo 0,2%. In questo momento ci sono molti negozi che hanno deciso di rimanere aperti, specificando che tutto quello che vendono è privo di efficacia drogante ed essendo così in linea con la nuova sentenza. C’è anche chi ha deciso di non vendere i prodotti ai minorenni, nonostante la legge non disciplini minimamente questo aspetto. Ma da qui a dire che la cannabis light non si può più vendere ce ne passa.
Per definire un prodotto 'drogante' si fa comunemente riferimento ad una quantità di Thc pari allo 0,5%. E' corretto?
Anche questa è un'interpretazione condivisibile ma nulla di più. D'altronde le sezioni unite si sono appunto riunite perché i giudici avevano emesso sentenze tra di loro discordanti. Si sono viste costrette a dover dire qualcosa, hanno provato a passare la palla alla Corte Costituzionale e infine hanno deciso di mettere una toppa con questa pronuncia. Ma non è colpa loro, è colpa di una legge fatta con i piedi. Adesso c'è da divertirsi, anche perché viviamo in uno Stato in cui 'fatta la legge, trovato l'inganno'.
Per sapere meglio cosa accadrà, bisognerà attendere le motivazione della sentenza. Nel frattempo produttori e venditori avranno problemi economici e legali?
Certo, ma la cosa più allucinante è che stiamo parlando di birra analcolica, per fare un paragone. In un momento nel quale il resto del mondo va nella direzione della legalizzazione della cannabis, noi andiamo nella direzione opposta. Mettendo nuovi paletti e creando ulteriori problemi non al mercato della cannabis, ma a quello della cannabis light. Qui siamo ancora a livello medievale e oltreoceano ci prendono in giro. Negli Stati Uniti ben dieci Stati hanno legalizzato la cannabis e da lì ci arrivano dati e numeri, non pareri. Si tratta di evidenze indiscutibili riguardo i benefici economici e sociali, con milioni di dollari di tasse incassati e reinvestiti nel welfare e milioni di posti di lavoro creati. Senza contare il calo di consumi di cannabis tra gli adolescenti e il depotenziamento del mercato nero.
Qui in Italia, però, il settore della cannabis light continua ad essere preso di mira dai politici, in particolare da Salvini, che dice di essere "contro la droga senza se e senza ma". Dalla parte opposta i Radicali, che sperano "non si tratti di una sentenza politica". Come commenta queste parole?
Innanzitutto non credo si tratti di una sentenza politica, non penso proprio che i politici che possano influenzare le decisioni della Cassazione. Per il resto, loro cavalcano sempre la notizia del giorno, ma non c’è nulla di concreto dietro. Sono tutte persone che continuano a rifiutarsi di partecipare a confronti pubblici sul tema per discutere in maniera seria, aperta. Continuano con questi mantra sentiti milioni di volte, tipo 'siamo contro la droga', ma io sono stufo di ragionare su questo piano qui. I vari Salvini, Fontana, Giovanardi sono dinosauri in via di estinzione da quel punto di vista lì. Io cerco di lavorare sul piano della sensibilizzazione, della scienza, della differenza tra cosa è droga e cosa non lo è. Se poi qualcuno mi porta delle argomentazioni serie contro la legalizzazione, io sono felice di discuterne e confrontarmi con loro.
Servirebbe quindi uno sforzo da parte di politici ed esperti proprio sul fronte della 'pura' informazione?
Sicuramente. Ma la politica è già a conoscenza di certi meccanismi. Abbiamo già tutti gli studi che ci servono, avremmo bisogno di una maggior volontà da parte di alcune forze politiche, come il M5S, il Pd, i Radicali, i Verdi. Tirino fuori il coraggio e contraddicano le parole della Lega. E poi devono modificare la legge del dicembre 2016, M5S e Pd hanno i numeri per farlo. E anche se i 5 Stelle hanno meno spazio di manovra dopo le Europee, devono iniziare a puntare i piedi su alcuni temi, altrimenti continueranno a perdere consensi e andranno verso il suicidio.
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