I ragazzini, anche di età inferiore ai dieci anni, venivano indotti dal personale della struttura a scappare, spesso a tarda notte
Sono 25 le persone indagate nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione di un centro di accoglienza per minori non accompagnati di Roma. Ai responsabili e operatori della onlus che gestiva il servizio, due dei quali sono finiti in carcere e altri 14 ai domiciliari, vengono contestati a vario titolo reati che vanno dall'abbandono di minore, ai falsi, e frodi nelle pubbliche forniture.
La Virtus Italia Onlus aveva vinto un appalto del Comune da 2,7 milioni di euro in tre anni (2018-2020) per accogliere, identificare, e accudire prima che venissero accolti in altre strutture minori non accompagnati: lo faceva nello stabile di Via Annibale di Francia, ma chi gestiva il centro, non faceva altro che abbandonare in strada i ragazzi che arrivavano nella struttura. Nei verbali scrivevano che i minori in questione si erano allontanati volontariamente.
In alcuni casi i responsabili lasciavano il cancello aperto di notte affinché i giovani fuggissero, in altri intimavano loro di scavalcare per non rischiare di essere scoperti.
La polizia locale di Roma Capitale, coordinata dalla procura, ha accertato, tra il 2017 e il 2018, tramite controlli, pedinamenti e intercettazioni 58 abbandoni di altrettanti ragazzi.
L'inchiesta è nata a seguito dei controlli scaturiti da una serie di borseggi nei bus di cui erano protagonisti ragazzi che venivano dal centro.
Durante una delle fughe, un quindicenne è rimasto ferito precipitando nel tentativo di scavalcare il cancello, come gli era stato detto di fare dagli operatori della onlus: ricoverato in ospedale ha avuto una prognosi di 15 giorni per contusione polmonare.
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