LaPresse e upday presentano le domande per la settimana dal 18 al 24 marzo 2019
Dopo Christchurch, esiste una "internazionale" del terrore suprematista? – Brenton Tarrant, autore della strage di 50 persone nelle due moschee di Christchurch è, dopo Anders Brievik (che il 22 luglio 2011 uccise 77 persone in due attacchi a Oslo e sull'isola di Utoya), il terrorista suprematista più organizzato e coerente della storia recente del pianeta. Tarrant pianifica, scrive un documento di 37 pagine, si arma fino ai denti, scrive sui caricatori delle sue armi i nomi degli "eroi" del suprematismo (compreso il maceratese Luca Traini che dal carcere si dissocia), si riprende mentre arriva in macchina alla moschea, entra e comincia a sparare. C'è un ideale passaggio di consegne tra Brievik e Tarrant e, in mezzo, ci sono diversi attacchi con una cinquantina di vittime e migliaia di episodi minori senza morti. In molti di questi casi, segni, parole, linguaggio e gesti danno la sensazione di una cultura del suprematismo che genera questo tipo di mostri. Non si vuole dire che esiste una vera e propria organizzazione, che ci sia qualcosa di anche lontanamente paragonabile a una Isis sul fronte opposto. Di certo, però, sui social è pieno di deliranti documenti e di persone che sparano a zero sul progetto di "sostituzione etnica" che viene attribuito al filosofo paneuropeista Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi il primo a parlare della necessità di un'unione europea. Secondo le teorie complottarde che girano in rete, Kalergy avrebbe costruito un piano per sostituire parte della popolazione europea con gente di origine araba e, comunque, musulmana allo scopo di inquinare e poi soppiantare le radici culturali europee e cristiane. I "nemici" dei suprematisti antiKalergy sono, di volta in volta, Angela Merkel, l'immancabile finanziere di origini ungheresi, George Soros, il Papa, Erdogan e chiunque ritenga che la sostituzione etnica sia una bufala totale. Purtroppo, però, ogni pazzo che si sveglia un giorno in qualunque parte del mondo con un mitra in mano per ammazzare in nome del suprematismo bianco o europeo, trova in rete un armamentario ideologico (Brievik scrisse 1500 pagine intitolate "2083. Dichiarazione di indipendenza europea") bello e pronto a fornire giustificazioni e supporto ideologico alla sua follia omicida.
Ma chi sono e cosa vogliono i gilet gialli francesi? Sabato nella diciottesima giornata di protesta, i "Gilet gialli" francesi hanno messo a ferro e a fuoco il centro di Parigi: 11 feriti, 190 arresti, un palazzo del centro dato alle fiamme con diverse persone (compresi una mamma con il suo bambino) sono state salvate all'ultimo momento. E, a proposito di numeri, va anche notato che, all'inizio, lo scorso novembre, i "gilet gialli" portarono in piazza circa trecentomila persone. Sabato erano circa quindicimila anche se hanno fatto più baccano e danni che mai. Dunque il livello dello scontro "fisico" sembra alzarsi in controtendenza alla diminuzione del numero dei partecipanti e a un offuscamento della loro identità politica. "Le persone che hanno commesso questi atti non sono né manifestanti né dei rivoltosi: sono degli assassini", ha scritto su Twitter il ministro dell'Interno francese, Christophe Castaner riferendosi in particolae all'incendio del palazzo. Ora, però, il governo dovrà dire quali e quante delle richieste dei Gilet gialli che riguardano anche tasse, salari, servizi e qualità della vita, verranno esaudite e trasformate in leggi. A quel punto si capirà chi sono davvero i gilet gialli: portatori di nuove istanze popolari e di nuovi modi di esprimerle? Populisti come ce ne sono già altri in europa a cominciare dal M5S? O addirittura golpisti se è vero che hanno detto (il loro leader Chrisophe Chalencon) che ormai ci vuole un colpo di Stato? E poi, sono fascisti e antisemiti come si è visto nell'attacco al filosofo ebreo Finkielkraut? Domande alle quali, finora non sono arrivate risposte chiare.
Chi ha usato il cobalto contro la povera Imane Fadil? – Se non ci fosse una giovane donna di 34 anni morta tra atroci sofferenze con l'organismo devastato da una specie di piccolo attacco nucleare, potremmo dire che si tratta di un brutto film e che queste cose le fanno i russi in Inghilterra, ma in Italia non si sono mai viste. Ma Imane Fadil, torinese di origini marocchine, ragazza una volta allegra e spigliata che non cercava un posto da "olgettina" televisiva ma voleva fare la giornalista e diceva di aver rinunciato ai soldi di Berlusconi ("non mi faccio corrompere, io") è morta in un modo orribile dopo oltre un mese di sofferenza. E nel suo corpo risulterebbero presenze di isotopi radioattivi (cobalto? plutonio? il polonio sembra escluso) e non si capisce come ci siano entrati. Imane da tempo parlava di strane cose che le succedevano, sembrava complottista su quasi tutto quello che le accadeva intorno, compreso il fatto che nessuno (a suo dire) le voleva pubblicare un libro in cui, si suppone, avrebbe dovuto esserci la verità definitiva sul "bunga bunga" berlusconiano. Berlusconi dice di non averla mai conosciuta, ma Fede e Lele Mora la ricordano nelle "feste eleganti" di Arcore. Lei, al processo raccontò di aver partecipato ad alcune serate senza mai permettere a qualcuno di toccarla, ma di aver visto e sentito abbastanza per essersi fatta un'idea precisa? Qualcuno dice che si sarebbe uccisa. Ma è difficile credere che una persona arrivi a togliersi la vita in un modo così terribile e con tanta sofferenza. D'altra parte, se qualcuno l'ha uccisa, perché farlo con un sistema così crudele e terribile? E chi davvero aveva da guadagnare dall sacrificio di Imane Fadil?
Riuscirà Theresa May a ottenere una proroga e ad arrivare a una Brexit cocnordata?- Mercoledì 20 marzo, Theresa May prova a far passare per la terza volta alla Camera dei Comuni il testo del suo accordo con l'Unione Europea per una Brexit meno traumatica possibile. Il Parlamento inglese gliel'ha già bocciato due volte (il 15 gennaio e martedì scorso) eppure, un terzo tentativo sembra la cosa più coerente da fare. Se l'accordo riceverà il "sì" della Camera, Theresa May andrà il giorno dopo alla Commission e Ue per chiedere una proroga breve per uscire dall'Unione. Dal 29 marzo, si potrebbe slittare fino alla fine di giugno evitando in qualche modo la farsa del popolo inglese che vota per il rinnovo del Parlamento europeo e, un mese dopo ne è fuori. Ma se, come sarebbe anche logico, la Camera dei Comuni ribadisse per la terza volta il suo "no" all'accordo, la proroga dovrebbe essere molto più lunga, gli inglesi dovrebbero andare a votare per la Ue e solo più in là si capirebbe se la vicenda finirà con la caduta del governo di Theresa May o addirittura con un secondo (oggi improbabile) secondo referendum.
Riscaldamento globale –
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