La Commissione Ue ha preso la decisione per inadempienze relative a normative cui il Paese avrebbe dovuto adeguarsi entro il 2010 e, addirittura, il 2005
Qualità dell'aria e fognature, arrivano per l'Italia due deferimenti alla Corte Ue per altrettante inadempienze in materia ambientale. Si trfatta di inadempienze a normative che andavano rispettate entro il 2010 e, addirittura, entro il 2005.
Qualità dell'aria – La Commissione europea ha deferito l'Italia alla Corte Ue poichè ritiene che abbia disatteso l'articolo 13 della direttiva 2008/50/EC sulla qualità dell'aria a causa del mancato rispetto, entro il 2010, del valore limite annuale (40 µg/m3) e orario (200 µg/m3, da non superare più di 18 volte per anno) del biossido di azoto (NO2) e l'art. 23.1 della stessa direttiva per la mancata adozione di misure appropriate per garantire la conformità e mantenere il periodo di superamento il più breve possibile. Le aree che hanno sforato i limiti di NO2 sono state Torino, Milano, Bergamo, Brescia, la pianura lombarda, Genova, Firenze, la costa toscana, Roma, Catania e le aree industriali siciliane.
Acque reflue urbane – La Commissione europea ha deferito l'Italia alla Corte Ue per inadempienza all'obbligo di predisporre entro il 2005 i sistemi di raccolta delle acque reflue urbane e i sistemi di trattamento secondario o equivalente prima del loro scarico, ed entro il 1998 un trattamento più spinto per le aree sensibili e degli impianti di trattamento biologico delle acque. Il provvedimento riguarda 758 agglomerati e 32 aree sensibili con più di 2mila abitanti. Alcuni degli agglomerati sono molto grandi, per esempio Roma, Firenze, Napoli, Bari e Pisa. Le regioni coinvolte sono Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino, Umbria, Valle d'Aosta e Veneto. Si salva solo l'Emilia Romagna.
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