Il rogo si sarebbe sviluppato da un fuoco acceso per scaldarsi durante la notte

Una "situazione di precarietà e di pericolo per l'incolumità delle persone". Così la riunione del Comitato provinciale di Reggio Calabria per l'Ordine e la Sicurezza pubblica convocata dal Prefetto Michele di Bari descrive la realtà della baraccopoli di San Ferdinando, dove nella notte fra sabato e domenica è divampato un incendio che ha interessato otto strutture e causato un morto.

La vittima è Jaith Suruwa, 18enne migrante del Gambia. Il rogo, secondo le prime informazioni, si sarebbe sviluppato in seguito all'accensione di un fuoco per scaldarsi durante la notte. Le fiamme sarebbero andate fuori controllo e avrebbero travolto l'area. Il rogo è stato spento dai vigili del fuoco, ma per Suruwa era troppo tardi. Anche se, secondo il Comitato provinciale, il presidio fisso dei vigili del fuoco alla baraccopoli ha consentito un intervento immediato sul posto.

Per il Comitato, nonostante i passi avanti, l'obiettivo finale rimane lo smantellamento della baraccopoli. E' stata infatti presa in considerazione la possibilità di trasferire gli immigrati presenti in altro sito da allestire con strutture temporanee per l'accoglienza. In tale ottica è stata avanzata l'ipotesi di utilizzare un'area alternativa a quella attualmente occupata e si attendono le verifiche previste sull'individuazione di un sito idoneo.

A margine del Comitato, il Prefetto di Bari ha ricevuto una rappresentanza dei migranti della baraccopoli e della tendopoli illustrando le misure in atto per superare le problematicità della struttura di San Ferdinando. A seguito di un confronto, i migranti si sono impegnati a sensibilizzare gli ospiti della baraccopoli ad una gestione più efficiente delle tende e dei servizi esistenti, nonché al trasferimento presso la struttura in costruzione. Il Prefetto si è impegnato ad accogliere la richiesta della famiglia sul rimpatrio della salma.

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