La donna è indagata con l'accusa di maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona
"Mia figlia non è mai stata segregata in casa. Usciva tranquillamente con le sue amiche. I problemi sono iniziati quando ha cominciato a uscire con adulti". Si difende così, a 'Chi l'ha visto', la donna di Albano Laziale per aver segregato la figlia dopo aver saputo che era lesbica. "Quando ho visto che usciva con persone più grandi, con la macchina, che a mezzanotte la lasciavano a un chilometro di distanza da casa, ho seguito quella macchina ed ho visto una persona adulta che entrava in un albergo. Per questo – spiega – ho detto a mia figlia che non doveva frequentare persone più grandi di lei".
Della vicenda si occupa l'Oscad, Osservatorio di polizia e carabinieri contro le discriminazioni, e le indagini sono coordinate dalla procura di Velletri.
"La giovane, che ora finalmente sta meglio, ci ha raccontato una situazione familiare molto grave – ha dichiarato il portavoce di Gay Center Fabrizio Marrazzo – iniziata quando la famiglia, un anno fa, ha scoperto che era lesbica". "Viveva in un clima di continua violenza ed era sequestrata in casa, da dove i familiari non la facevano più uscire – ha aggiunto -. Inoltre, quando rimaneva sola in casa, chiudevano la porta a chiave con lei dentro". A scuola andava solo se accompagnata, e quando la madre non la poteva portare, la teneva chiusa in casa.
Dopo mesi la ragazza ha trovato la forza di fuggire: "ha chiamato le forze dell'ordine, che, una prima volta, invece di proteggerla l'hanno riconsegnata alla famiglia – ha spiegato Marrazzo -. Poi è scappata di nuovo e ha contattato il nostro servizio Gay Help Line, che ci ha permesso di muoverci per metterla in protezione. Ripresa dalla famiglia, è stata poi ritrovata chiusa in casa dalle forze dell'ordine da noi allertate".
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