Lo ha deciso la Corte d'Assise della città marchigiana, riconosciuta l'aggravante dell'odio razziale
Dodici anni di carcere. È la condanna arrivata dai giudici della corte di assise di Macerata per Luca Traini. Al 29enne, giudicato con il rito abbreviato, è stata riconosciuta l'aggravante dell'odio razziale in riferimento alla tentata strage del 3 febbraio scorso, quando sparò per le strade di Macerata ferendo sei immigrati. Accolte per intero le richieste di condanna arrivate dal procuratore capo Giovanni Giorgio che sottolinea: "Siamo molto soddisfatti per la risposta che ha saputo dare la giustizia con una sentenza di primo grado arrivata in un tempo limitato per fatti di estrema gravità".
Il 3 febbraio il 29enne originario di Tolentino, seminò il panico nel centro di Macerata intorno alle 11 di un sabato mattina: a bordo della sua Alfa 147 nera aprì il fuoco per sette volte, ferendo sei persone. Traini sparò in via dei Velini, in via Piace, poi alla stazione, e ancora in corso Cairoli, di fronte al bar King di piazza Garibaldi, in via Cioci, davanti alla sede locale del Pd e di nuovo contro un bar, l'H7 di Casette Verdini. Nel suo folle percorso lasciò a terra feriti una donna e cinque uomini, di età compresa tra i 21 e i 33 anni e tutti originari dell'Africa subsahariana.
La tentata strage avvenne tre giorni dopo la morte di Pamela Mastropietro e l'arresto del nigeriano Innocent Oseghale, accusato di omicidio. La folle corsa di Traini si concluse sulla scalinata del Monumento ai Caduti della città, quando scese dall'auto e si mise sulle spalle la bandiera tricolore facendo il saluto romano e gridando "Viva l'Italia". Traini, in passato candidato della Lega Nord a Corridonia, la città dove si trovava la comunità che aveva ospitato Mastropietro, ammise da subito le proprie responsabilità. Mercoledì, in aula, davanti ai giudici, ha chiesto scusa per quanto fatto.
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