Gli investigatori provano a fare chiarezza sulla dinamica. Intanto il ministro Costa lancia l'appello: "Stop alle doppiette di domenica". E la politica si divide sulla caccia
È servita la morte di un ragazzo di quasi 19 anni per riaccendere il dibattito sul calendario venatorio. "Stop alle doppiette la domenica, quando i monti sono popolati ancora di più da chi vuole godersi la natura senza correre il rischio di morire", è l'appello del ministro dell'Ambiente, Sergio Costa. Domenica mattina Nathan Labolani, è stato ucciso a fucilate da un cacciatore nei boschi di Imperia perché scambiato per un cinghiale.
"Le vittime sono in aumento – scrive il Wwf in una lettera inviata al ministro dell'Interno, Matteo Salvini -, è tempo di misure preventive". Ma non tutti sono d'accordo con un cambio di rotta. Tra questi il parlamentare europeo di Forza Italia Stefano Maullu: "Demonizzare un'intera categoria è ingiusto". Intanto nel pomeriggio di lunedì dagli investigatori arriva il colpo di scena: il ragazzo, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, aveva con sè un fucile calibro 12 con tanto di munizioni. La procura sta svolgendo i dovuti accertamenti.
Il ministro Costa non arretra di un millimetro. "Stiamo lavorando all'inasprimento delle pene per i bracconieri e per chiunque maltratti gli animali. Ma qui siamo in un campo differente – spiega -. Parliamo di attività venatoria autorizzata". Il nocciolo della questione sta nel fatto che, secondo l'ordinamento italiano, la materia è di competenza del ministero dell'Agricoltura e gestita dalle Regioni, che decidono in autonomia i calendari venatori.
Quelli in vigore, infatti, sono stati definiti mesi fa. "Ciò che posso fare, e che sto facendo, è accertarmi che i pareri Ispra emessi per la stagione venatoria siano rispettati. Non è accettabile – denuncia Costa – che le indicazioni della massima autorità scientifica in materia, a volte, vengano raggirati o disattesi". Il ministro assicura che agirà "con fermezza nell'interesse del nostro patrimonio faunistico e nella piena indipendenza tecnica di Ispra".
Sul tema la politica è divisa. Da una parte il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, chiede a Costa di "fare un decreto che diventi immediatamente esecutivo", e Beatrice Brignone di Possibile ricorda che in dieci anni la caccia ha causato "217 morti e oltre 900 feriti"; dall'altra c'è chi come Maullu trova "fuori luogo" il divieto di cacciare di domenica. Per Maullu "bisogna perseguire chi ha sbagliato, non un'intera categoria".
L'attività venatoria, sottolinea l'assessore lombardo all'Agricoltura Fabio Rolfi, "è fondamentale per l'equilibrio ambientale", un argine al "proliferare della fauna selvatica". Il consigliere regionale veneto Sergio Berlato di Fratelli d'Italia parla di "vergognosa strumentalizzazione dell'incidente di Imperia da parte degli animalisti". La morte di Nathan per Berlato "deve essere considerato per quello che è, cioè un tragico incidente e non la dimostrazione della necessità di vietare la caccia per motivi di ordine pubblico o di sicurezza nazionale".
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