L'aggressione a luglio sulla spiaggia di Lignano Sabbiadoro. Due mesi di indagini
Dopo settimane di indagini hanno un'identità i due adolescenti che in piena estate hanno massacrato di botte un coetaneo in spiaggia a Lignano Sabbiadoro e diffuso sui social il video delle violenze. I poliziotti della squadra mobile di Udine li hanno riconosciuti proprio grazie alle immagini girate nella notte tra il 15 e il 16 luglio mentre rompevano a pugni la mandibola della giovane vittima, pestata a sangue e rapinata di tutti i soldi che aveva con sé, circa 100 euro. Il ragazzo, sottoposto a un delicato intervento chirurgico, ha riportato ferite anche all'orecchio e agli arti.
Sui protagonisti della vicenda, vista la giovane età, vige il massimo riserbo. La procura dei Minori valuterà la misura cautelare più adatta per i due responsabili denunciati in concorso con l'accusa di rapina e lesioni.
La vittima era in vacanza con gli amici sul litorale dell'Adriatico. Anche la sua identità, spiegano gli investigatori, è stata ricostruita a partire dal filmato girato dai suoi aggressori. "All'indomani del pestaggio il minore è stato ricoverato in ospedale per la ricostruzione della mandibola, con una prognosi iniziale di 30 giorni. Motivo per cui, pensiamo, non ha sporto denuncia nelle immediatezze del fatto: non era in grado di recarsi in commissariato, era ridotto male", spiega il capo della squadra mobile di Udine, Massimiliano Ortolan. "Degli aggressori avevamo solo la voce, ma anche in questo caso ce l'abbiamo fatta", aggiunge.
La notte dell'aggressione l'adolescente si allontana dal suo gruppo di amici e in spiaggia incontra i due coetanei, ignaro di cosa sarebbe successo poco più tardi. Trascorrono insieme la prima parte della serata. Ad un certo punto i due si accorgono che il ragazzo ha in tasca 100 euro e lo minacciano: "Dammi i soldi o ti uccidiamo", gli dice uno dei due minori denunciati mentre il complice filma la scena con lo smartphone, passando dalle parole ai fatti con un pestaggio in piena regola. Tentano anche di portargli via il telefono, ma il minore riesce a non farselo strappare. In un attimo gli aggressori fuggono e il video inizia a fare il giro delle chat su Whatsapp. È grazie a quello stesso video che la squadra mobile, su disposizione dell'autorità giudiziaria, ha potuto perquisire le abitazioni dei presunti responsabili, che vivono con i genitori, e far luce sulla vicenda.
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