Le critiche sull'infrastruttura progettata da Morandi. Le discussioni e le previsioni negli anni
Il Ponte Morandi, bello ma fragile, sovrasta la città di Genova e collega l'autostrada A10 con il casello di Genova Ovest, da dove si raggiungono il porto commerciale e i terminal dei traghetti per le isole e per le crociere.
La struttura, sul torrente Polcevera, fu progettato da Riccardo Morandi nei primi anni '60. L'ingegnere, romano legato al razionalismo costruttivo di fine '800, brevettò un sistema di precompressione del cemento armato denominato 'Morandi M5' che applicò a diverse sue opere: ossia dei piloni costruiti a "VU" che sorreggono l'intera struttura. Ma l'opera, avveniristica, si è portata dietro nel corso degli anni molte critiche. L'ultima rintracciabile è quella di Antonio Brencich, docente di Costruzioni in cemento armato presso la facoltà di Ingegneria dell'Università di Genova.
In un'intervista del 2016 era stato molto chiaro. Per Brencich il viadotto "ha presentato fin da subito diversi aspetti problematici, oltre l'aumento dei costi di costruzione preventivati". Il professore parlava "fastidiosi alti-e-bassi dovuti a spostamenti differiti delle strutture dell'impalcato diversi da quelli previsti in fase progettuale". Insomma un problema 'strutturale', perché "Morandi sbagliò i calcoli", come se "in una nave avesse sbagliato la campata".
Quattro anni prima, nel 2012, Giovanni Calvini, allora presidente di Confindustria di Genova, profetizzò: "Quando tra dieci anni il Ponte Morandi crollerà, e tutti dovremo stare in coda nel traffico per delle ore, ci ricorderemo il nome di chi adesso ha detto 'no'". La frase era riferita al progetto della 'Gronda di Ponente' osteggiata da un movimento simile ai "NoTav", una bretella autostradale progettata per essere alternativa al viadotto. Ma il ponte è crollato prima.
In rete si trovano forum, dibattiti, comitati pro e contro Gronda (il Movimento Cinque Stelle era contro) che parlano della fragilità dell'opera che è sempre stata nell'occhio del ciclone. Fino ad arrivare a oggi. Uno stringato comunicato di Autostrade per l'Italia parla di "lavori in corso di consolidamento della soletta del viadotto". La società annuncia che "era stato installato un carro-ponte per consentire lo svolgimento delle attività di manutenzione" per poi sottolineare che "le cause del crollo saranno oggetto di approfondita analisi non appena sarà possibile accedere in sicurezza ai luoghi".
Un ponte, quindi, 'sorvegliato': lo scorso 3 maggio Autostrade per l'Italia annunciava la ristrutturazione. La spesa per le opere stradali "appaltate a procedura ristretta" ammonta a 20 milioni di euro. Contro Autostrade, a caldo, punta il dito il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli. A pochi minuti dalla tragedia infatti tuona: "Su questa infrastruttura non è stata fatta manutenzione e questi fatti ne sono la testimonianza". La società si limita a replicare:"Ricostruiremo il viadotto in minor tempo possibile"
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