Il bilancio della campagna di monitoraggio della Goletta verde, iniziato dalla Liguria e concluso in Friuli Venezia Giulia
"Solo il 52% dei 261 punti campionati dai tecnici nelle 15 regioni costiere italiane risulta entro i limiti di legge". È questo il bilancio della campagna di monitoraggio della Goletta verde di Legambiente, iniziato lo scorso 22 giugno dalla Liguria e concluso il 12 agosto in Friuli Venezia Giulia, i cui risultati sono stati presentati da Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, Serena Carpentieri, vicedirettrice nazionale, Andrea Minutolo, coordinatore dell'ufficio scientifico dell'associazione ambientalista, e Andrea Di Stefano, responsabile progetti speciali Novamont e Roccandrea Iascone di Ricrea. Stando ai dati raccolti, il 48% è invece "fortemente inquinato" (39%), dunque i limiti dei parametri indagati (microbiologici: enterococchi intestinali, escherichia coli) sono superati per più del doppio del valore normativo, e "inquinato" (9%), dunque uno dei due valori supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione.
La causa "è sicuramente da attribuire alla mala depurazione di cui ancora soffrono vaste aree del nostro Paese e per la quale l'Unione europea ci ha presentato un conto salatissimo". Sulla testa dell'Italia, infatti, pendono due condanne e una terza procedura d'infrazione "che riguardano complessivamente 909 agglomerati urbani, di cui il 25% in Sicilia (231 agglomerati), 143 in Calabria (16%), e 122 in Campania (13%)", riporta Gv. "La grande opera pubblica di cui non si parla mai nel nostro Paese è il completamento della rete fognaria e di depurazione delle acque reflue", sostiene il direttore generale di Legambiente, Giorgio Zampetti. "La mala depurazione è un'emergenza ambientale che va affrontata con urgenza, siamo stati condannati a pagare all'Ue una multa da 25 milioni di euro, più 30 milioni ogni sei mesi finché non saremo in regola". Le foci dei fiumi, dei canali, dei corsi d'acqua e di scarichi sospetti e di altri punti critici rappresentano il 57% dei punti campionati dai tecnici di Goletta verde. Sono i luoghi dove si concentrano le maggiori criticità: su 149 foci monitorate, 106 (il 71%) sono risultate "fortemente inquinate" (il 61%) e "inquinate" (il 10%). Il 43% dei punti campionati sono, invece, spiagge.
Quest'anno la tradizionale campagna estiva è stata realizzata con il sostegno del Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati, e dei partner Novamont e Ricrea, Consorzio nazionale per il riciclo e il recupero degli imballaggi in acciaio, e con la media partnership di La Nuova Ecologia e rinnovabili.it. Tra i problemi sollevati da Legambiente c'è sicuramente quello delle estrazioni petrolifere. Zampetti sottolinea come più volte sia stato denunciato che in Italia le attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi mettono a rischio oltre 120 mila chilometri quadrati di mare. L'associazione, dunque, rilancia l'appello anche al nuovo ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio: "Fermi le estrazioni, interrompa il meccanismo di finanziamento dell'industria di fonti fossili". Per questo è stata lanciata una petizione 'No oil' che da fine luglio ha già raccolto 27mila adesioni. Sono infatti 67 le concessioni di coltivazione, 138 le piattaforme, 24 i permessi di ricerca attivi a cui se ne potrebbero aggiungere ulteriori 34.
Altra grande criticità riscontrata dal monitoraggio è quella relativa ai rifiuti. Su 78 spiagge controllate, "un'area pari a 60 campi da calcio, i volontari dell'associazione hanno trovato quasi 50mila rifiuti, una media di 620 rifiuti ogni 100 metri". Di questi "l'80% è plastica e 1 rifiuto su 3 è stato creato per essere gettato immediatamente dopo il suo utilizzo e appartiene alle categorie di bottiglie e tappi, stoviglie, buste rinvenuti sul 95% delle spiagge monitorate. Dall'inizio dell'anno a oggi, i volontari di Legambiente hanno pulito almeno 500 spiagge italiane rimuovendo circa 180mila tra tappi e bottiglie, 96mila cotton fioc e circa 52mila tra piatti, bicchieri, posate e cannucce di plastica". L'associazione ha quindi avviato una campagna d'informazione e sensibilizzazione dal titolo 'Usa e getta, no grazie'. "Quest'anno abbiamo già presentato esposti alle diverse Capitanerie di porto nelle regioni interessate segnalando 45 località fortemente inquinate", spiega Serena Carpentieri.
Goletta verde ha infine acceso i riflettori sulle "acque abbandonate", cioè le zone monitorate perché in aree non adibite alla balneazione. "Dalla consultazione del Portale acque del ministero della Salute, che dovrebbe dare le informazioni sulla balneabilità o sulle criticità lungo tutti i quasi 7.500 chilometri di costa della nostra penisola – spiega l'associazione -, emerge come, oltre alle aree portuali, industriali o ai profili di costa rocciosi, ci sono 556 luoghi in cui sono presenti foci di fiumi, canali e fossi, per circa 170 chilometri di costa, che non vengano campionati. Il 39% dei punti campionati dai tecnici di Legambiente (101 su 261) ha interessato proprio queste acque abbandonate, dove gli unici controlli sembrano essere quelli di Gv. Il 64% dei 101 punti è risultato inquinato o fortemente inquinato (rispettivamente per l'11% e il 53%)".
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