Il ragazzo di 22 anni è il volto di diverse iniziative a favore della ricerca su questa rara malattia, la progeria. In Italia ci sono 5 casi
Sammy Basso, il ragazzo di 22 anni, affetto dalla sindrome dell'invecchiamento precoce, si è laureato in Scienze naturali all'Università di Padova. Il giovane è il volto e l'anima di diverse iniziative a favore della ricerca su questa rara malattia, la progeria.
Sammy però, oltre al suo impegno su questo tema, anche con la presenza a eventi pubblici, ha continuato con gli studi, fino a conseguire la laurea in scienze naturali presso l'ateneo veneto. L'Università di Padova in questi anni ha attivato una sinergia tra ufficio disabilità, personale docente e tecnico che ha reso possibile il percorso inclusivo. "Proprio per il virtuoso movimento che c'è stato, alla laurea sono state invitate come membri della commissione la prorettrice alla Didattica Daniela Mapelli e la delegata in Materia di Inclusione e Disabilità Laura Nota. Inoltre è stato presente anche il co-tutor Carlos Lopez Otin (Instituto Universitario de Oncologia, Universidad de Oviedo, Spagna), presso il quale Sammy ha fatto la tesi sulla progeria in Erasmus, fanno sapere dall'ateneo.
La progeria o Sindrome di Hutchinson-Gilford (HGPS) è conosciuta in gergo comune come malattia dell'invecchiamento precoce. Il nome infatti deriva dal greco e significa 'prematuramente vecchio'. La progeria è una malattia genetica rarissima caratterizzata dalla comparsa di un invecchiamento precoce nei bambini che colpisce un bambino ogni 4-8 milioni di nati. Come si legge sul sito dell'associazione italiana progeria, in tutto il mondo ci sono circa 70 bambini affetti da questa sindrome. Attualmente in Italia ci sono 5 casi di progeria.
Sammy Basso da anni è il simbolo dell'Associazione Italiana Progeria, nata dall'idea di Laura e Amerigo. I genitori di Sammy l'hanno fondata nel 2005, quando il loro figlio aveva 10 anni. Nel sito Progeria Italia, Laura e Amerigo raccontano la vicenda che li ha portati a fare sistema per cercare di fare ricerca su una malattia così rara. "Ricordiamo come fosse ieri il momento – scrivono i genitori -: Sammy giocava in un angolo della stanza adibito ad area-gioco, noi seduti di fronte ai medici di genetica dell'Ospedale. Subito chiedemmo alquanto turbati chiarimenti in merito. Ci venne spiegato allora che la malattia era conosciuta anche come 'Sindrome da invecchiamento precoce', una malattia genetica rarissima, che con il passare degli anni avrebbe manifestato i problemi tipici degli anziani, che la vita media di nostro figlio era di 13 anni e mezzo, che non c'erano cure e nemmeno ricerche". La ricerca però è arrivata e ha dato i suoi risultati. E ha aiutato Sammy e molti altri a raggiungere obiettivi che solo un decennio fa sembravano sfide impossibili.
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