L'Aquarius è ancora ferma, in acque internazionali a 35 miglia dall'Italia e a 27 da Malta, con i suoi 629 migranti a bordo. La Spagna è arrivata in soccorso, dando il via libera allo sbarco della nave al porto di Valencia. Ma, al momento, "non abbiamo ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale in merito da parte dei centri di coordinamento dell'Mrcc di Italia o Spagna", fa sapere Medici Senza Frontiere (Msf), l'ong medico-umanitaria che si trova a bordo. E, seppur sotto controllo, la situazione sulla nave inizia a diventare sempre più complicata: le persone "sono sempre più ansiose e disperate", spiega Marco Bertotto, responsabile Advocacy & Public Awareness di Msf. "Siamo in condizioni di sovraffollamento. Inoltre buona parte del ponte, dove si trovano la maggior parte dei migranti, non è coperta e dunque decine di persone sono esposte al sole e al caldo". Quando ai viveri, le scorte "finiranno entro stanotte". Al momento non vi sono problemi per quanto riguarda l'acqua, visto che la nave ha un potabilizzatore a bordo e non è stata al momento chiesta alcuna evacuazione medica. Almeno 15 migranti presentano però ustioni da acqua e benzina mentre altri sono stati rianimati perché soccorsi in mare. "Attendiamo indicazioni dalle autorità che al momento non ci hanno ancora detto nulla – aggiunge Bertotto -. L'unica cosa importante è che finisca questo braccio di ferro che si sta consumando sulla pelle di 629 persone".
L'appello di Msf, e di altre ong come Save The Children e SOS Mediterranee, è di poter far sbarcare i migranti in un porto sicuro. A bordo si trovano 80 donne di cui 7 incinta e almeno 123 minori non accompagnati. "Loro hanno la precedenza – spiega Msf – E poi siamo disponibili a sederci a un tavolo. Non si può fare un braccio di ferro politico sulla pelle di 629 persone, quindi ben venga una discussione sulla responsabilità delle autorità non solo italiane e non solo maltesi ma europee. Ma in questo momento ci sono migranti abbandonati a se stessi nel Mediterraneo ed esiste per tutti e deve esistere una sola priorità che è quella di concedere loro un porto sicuro e garantire cure e assistenza nel minor tempo possibile".
Msf fa sapere anche che le autorità italiane hanno offerto di evacuare le donne incinte e hanno chiesto informazioni sui minori a bordo. L'ong ha risposto fornendo dettagli sui casi vulnerabili e sta comunicando con le autorità italiane "per individuare la migliore soluzione per queste persone".

