Il corteo è stato organizzato dalla comunità senegalese della città per rendere omaggio a Idy Diene, assassinato pochi giorni fa
Alla fine sono stati almeno diecimila, e pacifici, i partecipanti alla manifestazione che si è tenuta a Firenze in ricordo di Idy Diene, il senegalese di 54 anni freddato a colpi di pistola, senza un motivo apparente, lunedì scorso nel capoluogo toscano, sul ponte Vespucci, dal tipografo in pensione Roberto Pirrone. I connazionali della vittima hanno raggiunto il capoluogo toscano da tutta Italia per poter testimoniare il loro no al razzismo. Accanto a loro hanno sfilato Arci, Anpi, Cgil, Potere al popolo e centri sociali. Tanti anche i fiorentini che hanno voluto dimostrare come la città ripudi ogni forma di xenofobia e razzismo.
Ha voluto esserci anche il sindaco Dario Nardella, che martedì scorso era stato duramente contestato nel corso di un sit-in sul ponte Vespucci, teatro dell'omicidio. "Credo che sia un momento importante quello di oggi e c'è Firenze. Non era una risposta scontata, Firenze dimostra di essere una città aperta, soprattutto rispettosa della vita umana", ha detto Nardella unendosi ai manifestanti. Al suo arrivo qualche attimo di contestazione subito rientrato. "Ho parlato con la famiglia di Idy – ha proseguito il sindaco – e ha acconsentito a far svolgere una giornata funebre con una cerimonia funebre, e questo ci consente di programmare il lutto cittadino e in questo modo noi diamo un ulteriore segnale di sensibilità e vicinanza della nostra città. Ho parlato ieri con la moglie di Idy e, appena avremo la possibilità, realizzeremo questa giornata di lutto qui a Firenze".
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Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha seguito tutto il corteo dalla partenza, in piazza Santa Maria Novella, all'arrivo nella stessa piazza, passando per i lungarni e con una sosta in raccoglimento sul ponte Vespucci. "Bisogna fugare l'idea che la contrapposizione razziale etnica e religiosa – ha detto Rossi parlando con i giornalisti – sia radicata nella società. Il punto è reagire: era giusto, noi dobbiamo essere vicini a questi ragazzi, quasi tutti lavorano e non possono sentirsi soli o discriminati, o peggio ancora, come accaduto, uccisi troppe e troppe volte". E ha aggiunto: "Abbiamo alle spalle il prevalere di una cultura fatta di contrapposizioni, che alimenta e strumentalizza le paure: questa cultura deve essere combattuta, il futuro sta nell'integrazione, nel dialogo, nella convivenza".
Soddisfatto della riuscita della manifestazione l'imam di Firenze e presidente dell'Ucoi, Izzedin Elzir. "Ringraziamo tutti i cittadini fiorentini – ha detto Elzir – che hanno voluto partecipare alla giornata di oggi e che in questi giorni hanno mandato decine di messaggi di solidarietà per quello che è avvenuto. Questo dimostra ancora una volta che siamo una famiglia unita. Credo che ci sia la possibilità di ripartire da questa giornata e segnare un nuovo rapporto di vicinanza fra il nostro popolo che è uno soltanto, volto alla pace e alla convivenza civile".
Tra i tanti che hanno preso la parola per celebrare questa giornata di lotta al razzismo anche Moussa Fall, ex atleta senegalese che ha partecipato a due Olimpiadi e dal 1983 risiede a Firenze. "Siamo i figli dell'Italia, l'Italia non ha solamente figli bianchi, e i nostri figli hanno diritto come gli altri", ha detto tra gli applausi dei manifestanti.
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