Il crollo è avvenuto ai margini di un cantiere edile in via Livio Andronico alla Balduina

"Da mesi denunciavamo la pericolosità e l'inadeguatezza dei lavori". Così Ettore Romagnoli, avvocato della Balduina, evacuato in venti minuti dal suo appartamento, in via Livio Andronico 24, subito dopo il crollo dell'asfalto a ridosso del cantiere nel quartiere Balduina di Roma. Con la moglie ha dormito da parenti, in una casa poco distante, e nella mattinata sono stati accompagnati dai vigili del fuoco per prendere poche cose da mettere nei trolley in attesa di una nuova sistemazione ancora non definita. Con lui parlano i vicini, anche loro muniti di valigette per recuperare qualche abito. Sono tutti stanchi e arrabbiati per quello che chiamano un incidente "più che annunciato".

Nella serata di mercoledì la strada è crollata: nell'asfalto si è aperta una voragine enorme lunga decine di metri e profonda almeno dieci che ha inghiottito sei auto parcheggiate. Non ci sono stati feriti anche se il cantiere, al momento del crollo, era aperto. Due persone sono indagate dalla procura: si tratta del legale rappresentante dei proprietari del terreno e l'omologo della società responsabile del cantiere nel quale è avvenuto il cedimento: crollo colposo il reato ipotizzato. L'indagine è stata affidata al procuratore aggiunto Nunzia D'Elia che si è recata sul posto per un sopralluogo. La zona è sotto sequestro giudiziario e due palazzine sono state evacuate per motivi di sicurezza.

Nella mattinata sono intervenuti ancora vigili del fuoco e tecnici in via Livio Andronico per proseguire le misurazioni strumentali e i controlli su sicurezza e stabilità nell'area. Le verifiche vengono effettuate nell'intero isolato, in un'area di circa un chilometro quadrato. Al lavoro anche i tecnici delle aziende di acqua e gas. Il quartiere è senza acqua e problemi legati all'erogazione idrica c'erano stati anche nei giorni passati. 

"Le prime denunce della totale assenza delle più elementari norme di sicurezza risalgono all'ottobre scorso, quando cominciarono i lavori di demolizione. È stato un continuo telefonare ai vigili… non abbiamo mai avuto risposta – ha continuato il residente – L'interesse di chi gestiva il cantiere sembrava essere solo sbrigarsi e fare prima possibile la gettata di cemento. Lavoravano anche di notte. Quando tutto è venuto giù stavano ancora lavorando. Si dovevano sbrigare. Omissioni ce ne sono state, ed è legittimo sospettare che si volesse ad ogni costo far andare avanti il cantiere, rapidamente. Se le cose si fanno bene i crolli non si verificano, questa non è una casualità. Questo è un evento quasi annunciato".

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