Un bacio sulla guancia, poi l'invito: "Ti aspetto a casa mia, così parliamo del tuo libro"

Un bacio sulla guancia, poi l'invito: “Ti aspetto a casa mia, così parliamo del tuo libro”. La proposta proviene da una giornalista molto conosciuta e a riceverla è lo scrittore Mattia Signorini, che, a distanza di dieci anni, in un lungo post su Facebook decide di raccontare l'accaduto.

Ad una festa in un appartamento milanese “distesa sul divano centrale, c'era una giornalista tuttora molto conosciuta che aveva da poco passato la sessantina. Anch'io la leggevo. La stimavo. Stimavo la sua eleganza e le sue parole. Avrei voluto solo avere l'occasione di parlare con lei. E magari di farle avere il mio romanzo. Se le fosse piaciuto, un suo articolo avrebbe davvero fatto la differenza”, racconta Signorini. “La mia agente la conosceva di vista, e mi ha presentato come un suo nuovo autore. La giornalista ha interrotto il discorso che stava facendo con i due ragazzi diciottenni che aveva al suo fianco (erano venuti con lei? Li aveva trovati lì? Questo non lo so) e mi ha dedicato tutta la sua attenzione. Mi ha detto, prendendomi la mano: 'Siediti qui, vicino a me', e ha iniziato a parlarmi facendosi vicina, e facendo sentire me molto importante”.

Poi, continua lo scrittore, “mi ha dato un bacio sulla guancia. Non era un bacio affettuoso, né un saluto distaccato. Mi ha sussurrato all'orecchio: 'Ti aspetto a casa mia, così parliamo del tuo libro'”.

Chiede spiegazioni alla sua agente e riceve questa risposta: “Vuole che tu vada da lei. Ti farà una pagina intera, ma mi ha detto che questa recensione avrà un prezzo”.
“Dovrebbero recensire un libro per il libro, non per andare a letto con l'autore”, è la replica del romanziere.

Signorini, in ogni caso, non raccoglie l'invito ma l'accaduto lo lascia “molto turbato, sconfortato e triste”. “Credo che spingere una persona a concedersi con la promessa di una prospettiva migliore sia abominevole. Credo anche però che a letto con qualcuno non ci si finisca inconsapevolmente. A meno che, ovviamente, non si sia costretti con la forza. Ma quello è un altro discorso”, conclude lo scrittore.

 

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