I superstiti del primo affondamento sono sbarcati a Pozzallo (Ragusa), il secondo è avvenuto a largo delle coste libiche

Ancora tragedie in mare nel Mediterraneo. Sarebbero due i naufragi che hanno coinvolto migranti che cercavano di sbarcare in Italia. Nel primo caso sarebbero almeno 80 i migranti morti annegati nel mar Mediterraneo, il naufragio è avvenuto tra sabato e domenica. A riferirlo sono i superstiti, una quarantina di persone, sbarcati a Pozzallo, nel Ragusano, dal cargo danese 'Alexander Maerks'. Tra le vittime ci sarebbe anche lo scafista del gommone che ha traghettato i 293 migranti al largo delle coste libiche. Lo hanno confermato i testimoni, sentiti dalla Procura di Ragusa.

La tragedia sarebbe avvenuta quando il gommone ha cominciato a imbarcare acqua ribaltandosi e facendo cadere tutti i migranti in mare. Solo una quarantina sono riusciti ad aggrapparsi al natante in arrivo della nave mercantile 'Alexander Maersk', aspettando i soccorsi in acqua per molte ore. Il comandante del cargo danese ha rivelato che alcuni dei cadaveri sono stati recuperati da un'altra nave impegnata nei soccorsi. Intanto la polizia ha sottoposto a fermo di indiziato di delitto uno scafista individuato grazie alle testimonianze dei passeggeri. Mentre altri 3 sono al vaglio degli inquirenti, sospettati di essere gli scafisti degli altri natanti soccorsi dalla nave mercantile. Le indagini sono tuttora in corso.

IL SECONDO NAUFRAGIO. Un operatore della Oim (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) riporta che in un naufragio avvenuto ieri a largo delle coste libiche, all'altezza di Az Zawiyah, sono state salvate in mare e riportate in Libia sette persone, sei uomini e una donna, e che risultano disperse 113 persone. "Si tratta di un episodio  diverso da quello di Pozzallo – spiega a LaPresse il portavoce, Flavio Di Giacomo – Stiamo aspettando ulteriori dettagli, per ora non siamo in grado di aggiungere altro". "Sono circa 6600 i migranti salvati nel Mediterraneo da venerdì scorso", scrive Di Giacomo sul suo profilo Twitter.
 

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