Un decreto entro un mese per impedire esercizio abusivo e rivedere legge del 1992
Un decreto entro un mese per "impedire pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e rivedere la legge quadro del 1992". E' con questo impegno, da parte del Governo, che si è concluso un incontro durato oltre sei ore al ministero dei Trasporti.
Da un lato il ministro Graziano Delrio, il viceministro Riccardo Nencini, la sottosegretria Simona Vicari e i tecnici del ministero. Dall'altro una galassia di sigle: Unica Taxi Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Taxi, Fast Taxi Italia, Taxi, Unimpresa, Sata Tam Acai, Uri Taxi, Uri, Legacoop, Claai, Confartigianato Trasporti, Casartigiani, Cna Fita, Confcommercio, Confcooperative, Mit Movimento Italiano Tassisti. Fuori un presidio di duemila lavoratori che non lasciavano annoiare le forze dell'ordine, facendo esplodere oltre una decina di bombe carta.
La tensione si è accesa soprattutto quando è arrivata la notizia dalla Camera che il Governo aveva posto la fiducia sul Milleproroghe, facendo sfumare così ogni speranza di un passo indietro sull'emendamento a firma della senatrice Pd Linda Lanzillotta. A più riprese i rappresentanti sindacali si erano presentati fuori a cercare, megafono alla mano, di calmare gli animi. Alla fine, la fumata bianca: entro trenta giorni arriveranno due decreti. Da domani si torna tutti al lavoro.
La giornata era iniziata presto, con i tassisti – giusti al sesto giorno di sciopero – che si erano presentati davanti a Montecitorio.
Poi si erano spostati davanti alla sede del Pd, dove si erano uniti alla protesta degli ambulanti e si erano scontrati con le forze dell'ordine. Lanci di oggetti e cariche conclusi con quattro fermi: due appartenenti al movimento Forza Nuova, un ambulante che aveva con sé un tirapugni (anche lui militante di estrema destra) e un uomo che ha fatto esplodere alcune bombe carta, mandando in frantumi dei vetri in via In Aquiro. Sette i feriti, tre tra i manifestanti e quattro tra le forze dell'ordine.
In piazza Venezia i dimostranti avevano incassato l'appoggio della sindaca Virginia Raggi, che aveva lasciato momentaneamente l'ufficio per scendere in piazza. "Siamo vicini ai tassisti – ha poi spiegato in una nota – che da giorni stanno manifestando il loro malcontento.
Oggi, sono arrivati a Roma da tutta Italia per dire 'no' ad una riforma che non vogliamo. Per questo siamo al loro fianco".
Infine i manifestanti si erano messi in marcia verso il ministero, prendendo di mira lungo tutto il percorso tutti i noleggi con conducente che incrociavano, bersagliandoli con lanci di arance. Si rifornivano di agrumi scuotendo gli alberi che sorgono sui marciapiedi. "Ne hanno beccato un altro", uno dei tanti commenti in corteo all'ennesimo lancio.
Ma perché al centro della rabbia dei tassisti ci sono proprio gli Ncc e l'emendamento Lanzillotta? Perché, spiega Luca Lamperti, di Unica (Unione italiana conducenti auto pubbliche) Cgil, l'emendamento Lanzillotta non è una proroga del regime vigente: "Hanno giocato sul termine 'proroga'", attacca, ma in pratica il testo sospende le norme previste da un altro emendamento al Milleproroghe, che risale al 2008: il 29 1 quater, poi convertito in legge, che disciplina le differenze tra il noleggio con conducente e il servizio taxi, precisando il testo della legge quadro 21 che risale al 1992. Ora il ministero ha confermato "che la legge 21/92 resta vigente con le modifiche introdotte dall'articolo 29 – c 1 quater, nonostante la sospensione di efficacia del decreto Milleproroghe, e comunque in vigore nel testo originario del '92, come attuato dalle singole leggi regionali". E da qui si riparte con i due nuovi decreti attesi: uno, contro l'esercizio abusivo del servizio, perimetrerà Uber. L'altro metterà mano a una revisione generale del settore.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata