Don Arice "Prevenire interruzione di gravidanza non indurla". Il governatore Zingaretti: Applichiamo la legge

La Cei risponde alla decisione dell'ospedale San Camillo-Forlanini di Roma di assumere medici non obiettori. Secondo la Conferenza Episcopale Italiana questa decisione snaturerebbe la legge 194, fatta per prevenire l'aborto e non per indurlo". A esprimere questa posizione è don Carmine Arice, direttore dell'ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, secondo quanto conferma il portavoce dei vescovi italiani. Il timore di don Arice è che questo passo possa indurre altre strutture sanitarie a fare altrettanto, anche se un'indagine del ministero della Salute ha appurato che i medici non obiettori sia sufficiente per coprire la domanda di interruzioni volontarie di gravidanza.

ZINGARETTI: OBIEZIONE GARANTITA.   "Sull'interruzione di gravidanza, per quanto riguarda la prevenzione, l'applicazione della legge 194 nel Lazio funziona: dal 1987 si è passati da 21.274 casi di interruzione di gravidanza a 9.617 nel 2015, con una riduzione del 55%. In questo contesto, comunque positivo, l'obiettivo è garantire la piena applicazione della legge. Sia per quanto riguarda i diritti della salute delle donne, quindi anche nella pratica dell'interruzione di gravidanza, sia per gli strumenti di prevenzione previsti dalla legge 194. Compito istituzionale della Regione è applicare una legge dello Stato, la 194, nella sua interezza" ha dichiarato  in una nota il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. "Per quanto riguarda la vicenda del S.Camillo, si tratta sicuramente di una novità assoluta nel panorama della sanità italiana – prosegue Zingaretti – Occorre puntualizzare però che in questa vicenda l'obiezione di coscienza è garantita al 100%: per rispettare l'applicazione è stato promosso un bando per 2 unità di personale su oltre 2.200 operatori del settore, in un servizio strettamente finalizzato a operare richieste di interruzione di gravidanza. Chi legittimamente è obiettore non ha partecipato a questo bando e potrà portare le sue professionalità in altri campi del servizio sanitario e dello stesso Dipartimento della salute della donna e del bambino. Come al momento avviene per il 78% dei medici obiettori in servizio nel Lazio". "Accanto a quest'impegno – prosegue – la Regione Lazio è attiva anche per rilanciare le azioni per la prevenzione dell'interruzione di gravidanza, attraverso l'educazione e l'informazione. Tra i pilastri di quest'azione, c'è il potenziamento della rete dei consultori del Lazio, su cui a brevissimo verrà presentato dalla Regione Lazio un piano per il rafforzamento infrastrutturale e di personale".

LA REPLICA DEL DIRETTORE DELL'OSPEDALE. "Per la prima volta nel Lazio è stato fatto un bando di concorso per ginecologi dedicati alla 194, non obiettori e quindi a tempo indeterminato, è utiòe a tutelare un diritto. Il tema di coscienza dovrebbe bavere risolto a monte, ma c'è un vincolo contrattuale, le persone le stiamo assumendo per la 194. Sono assunti per la finalità per quel servizio". Così il direttore del San Camillo, Fabrizio D'Alba, in merito al concorso dedicato ai specialisti non obiettori sull'interruzione di gravidanza, intervistato da Radio Capital. "Ci sono n.istituti e n. azioni che la struttura può attuare e c'è il tema dell'esubero. Non è discriminatorio, ci muoviamo per la prima volta in un terreno sconosciuto. Apre un precedente, dà garanzie per la qualità e la copertura di un diritto, il medico deve garantirla", ha aggiunto.

I RADICALI: IN TUTTE LE REGIONI.  "Il concorso riservato a soli medici non obiettori indetto dall'ospedale San Camillo è una misura non solo necessaria, ma ormai indispensabile. Nel quadro complessivo, che vede 7 ginecologi su 10 fare obiezione di coscienza, l'applicazione della legge 194 è infatti a rischio in buona parte del paese. Ci sono regioni, come il Molise, dove i medici non obiettori sono soltanto 2, e il carico di interruzioni volontarie di gravidanza per ognuno è di 4,7 a settimana. Ecco perché i bandi come quello del San Camillo andrebbero estesi a tutte le regioni, affinché nei reparti di ginecologia vi sia almeno di 50 per cento di personale non obiettore, come noi Radicali chiediamo da tempo" ha sottolineato Riccardo Magi e Antonella Soldo, segretario e presidente di Radicali Italiani. "La tutela dell'obiezione di coscienza prevista dalla 194, infatti, non può confliggere con il diritto ad accedere all'interruzione volontaria di gravidanza, sancito dalla stessa legge. Le Regioni, infatti, devono garantire piena applicazione della legge e il Ministero della Salute vigilare affinché ciò accada in tutta Italia: entrambi i compiti però risultano troppo spesso disattesi, a scapito dei diritti delle donne e del personale sanitario", hanno concluso.
 

I MEDICI CATTOLICI: UNA GRAVE DISCRIMINAZIONE. "In un panorama sanitario nazionale che va sempre più in frantumi, nella regione Lazio si indicono concorsi e si stipulano contratti a tempo indeterminato per il ruolo sanitario, ponendo tra i requisiti concorsuali la clausola 'non obiettori', distintivo discriminatorio aggiuntivo assolutamente inaccettabile". Ad affermarlo, in una nota, è il prof. Filippo Maria Boscia, presidente nazionale dell'Associazione Medici Cattolici Italiani.

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