Il giovane era stato arrestato a luglio. I legali: "Senza psicofarmaci è pericoloso"

E' scomparso nel nulla il 23enne Nicolas Aitor Orlando Lecumberri, il dj spagnolo arrestato dalla polizia a Milano il 27 luglio scorso con l'accusa di aver colpito a pugni in faccia diversi passanti e residenti. Giovedì pomeriggio il ragazzo, che necessita di terapia farmacologica psichiatrica costante, ha dovuto lasciare il carcere San Vittore dove era detenuto per raggiungere, solo e senza scorta, una struttura sanitaria adeguata alle sue patologie. Da quel momento, però, nessuno ha più notizie di lui.

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Secondo quanto raccontano i suoi legali, Francesco Brignolo e Alessia Generoso, Nicolas alle 16 è stato accompagnato al cancello della casa circondariale milanese, in zona viale Papiniano, ed è stato invitato a recarsi nella clinica psichiatrica 'La Redancia' di Varazze. "Con pochi soldi, allo sbaraglio e senza nessuno che ci abbia avvisato. Probabilmente, vista la sua condizione psicofisica, non ha neanche la consapevolezza di quanto gli sia stato detto all'uscita. E' stata la famiglia a darci l'allarme – dicono i legali preoccupati – Nicolas in giro da solo è un pericolo, per se stesso: non sappiamo neanche se il carcere gli abbia fornito tutti gli psicofarmaci di cui ha bisogno. Siamo disperati e lo stiamo cercando".

In Spagna Nicolas Lecumberri è in terapia psichiatrica da mesi per disturbi psicotici. I legali, in un comunicato, denunciano: "L'ordinanza di sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere con gli arresti domiciliari presso la comunità terapeutica clinica psichiatrica 'La Redancia 1' di Varazze non è stata comunicata ai legali, alla struttura e alla famiglia". Secondo quanto riferito dalla struttura carceraria, il dj ha lasciato il carcere indossava una maglietta grigia con una scritta davanti e un paio di pantaloni a mezzo polpaccio blu. Con sé aveva uno zainetto nero a tracolla di piccole dimensioni e un trolley blu. In apprensione anche la famiglia del giovane che, tramite gli avvocati Brignola e Generoso, chiede a chiunque ne abbia notizia di fornire informazioni del ragazzo al consolato spagnolo di Milano, oppure ai legali stessi.

"È sempre stato in terapia psichiatrica anche durante la detenzione e da sempre in cella di osservazione – continua il comunicato dei due avvocati milanesi – È stato infatti il direttore del Carcere, dott.ssa Manzelli, a ricevere dalle mani dei difensori le scatole, già aperte, della terapia psichiatrica che Nicolas deve sempre seguire. E che non seguiva al momento dei fatti di luglio". Lo stesso servizio psichiatrico del carcere di San Vittore, a detta dei difensori del 23enne, definiva Nicolas affetto da "disturbo dello spettro psicotico: bouffee delirante".

I difensori hanno costantemente richiesto il trasferimento dal carcere di San Vittore ad una struttura sanitaria, allegando documentazione medica proveniente da strutture sanitarie sia pubbliche sia private, sia spagnole sia italiane. A detta degli avvocati giovedì 1 settembre gip di Milano Livio Cristofano ha concesso gli arresti domiciliari in clinica psichiatrica, "senza però disporre alcun servizio di scorta dal carcere al luogo degli arresti domiciliari; senza dare alcun avviso alla struttura sanitaria di destinazione, al consolato spagnolo, la cui protezione il giovane aveva invocato sin dal momento del suo arresto, o ai difensori".

Brignola e Generoso definiscono "assurdo" il comportamento di polizia e magistratura che, secondo i legali, "ha creato un rischio per il ragazzo e per gli altri". E domandano: "A che pro tenerlo in carcere per più di un mese in quanto 'pericoloso' e a rischio di fuga, se poi lo si lascia libero nel mondo senza scorta? Nicolas non è responsabile? Avrebbe allora dovuto esserlo la magistratura e lo Stato. Tanto più se si considera che il gip Cristofano è lo stesso che, poco più di un mese fa, ha ritenuto di mantenere il giovane Nicolas in carcere sul presupposto che potesse fuggire".

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