Fermate due persone in Liguria, una terza denunciata
L'attività di indagine che ha portato all'arresto di due marocchini e alla denuncia del terzo di un savonese, nell'ambito di un'operazione antiterrorismo, nasce a seguito della segnalazione di una giovane savonese al commissariato online della polizia postale e delle comunicazioni, relativa ad un messaggio Whatsapp pervenuto sul suo cellulare da un contatto non presente nella sua rubrica e proveniente da un numero del Marocco.
Ciò che ha indotto la 25enne a rivolgersi alla polizia postale era l'immagine del profilo Whatsapp: la foto, cioè, di una giovane ragazza con un mitra in mano ed in posizione di tiro. La segnalazione è stata subito inviata agli investigatori della polizia postale e delle comunicazioni di Imperia che, anche con l'aiuto della ragazza, hanno ricostruito che circa tre mesi prima, transitando nei pressi di una struttura data in cessione a profughi provenienti dall'Africa, la 25enne prestato il proprio cellulare ad uno dei marocchini lì residente, che a suo dire aveva la necessità di contattare dei conoscenti nel Paese d'origine.
Le successive indagini della Polpost ligure, coordinata dal servizio polizia postale e delle comunicazioni, hanno quindi ricostruito una fitta rete di contatti dai quali emergeva il sospetto di possibile attivismo dei tre indagati nel campo del proselitismo all'autoproclamato Stato Islamico.
L'attività di indagine, che si è avvalsa anche di intercettazioni telefoniche internazionali e telematiche, nonchè del costante monitoraggio delle navigazioni in rete, ed in particolare sui social network, degli indagati ha evidenziato come i tre marocchini creassero profili Facebook utilizzando numeri di cellulari intestati ad altre persone.
La Procura Distrettuale Antiterrorismo di Genova, sulla base delle risultanze investigative, ha emesso i provvedimenti di perquisizione eseguiti dal personale della sezione polizia postale e delle comunicazioni di Imperia, unitamente a quello della D.I.G.O.S. e della squadra mobile della questura di Savona, e l'ausilio di una unità cinofila della polizia di Stato di Torino, presso i domicili dei tre marocchini, dove sono stati rinvenuti e sequestrati telefoni cellulari che saranno ora sottoposti ad analisi tecniche più approfondite, che però hanno già evidenziato la presenza di ulteriori profili e siti in lingua araba utilizzati dagli indagati, adesso al vaglio degli investigatori.
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