Affiliato agli Ms-13, è stato fermato per un episodio del settembre scorso

Non è un pivello della violenza, il 18enne di origine peruviana arrestato dai carabinieri di Milano per lo strupro di gruppo della fidanzata del suo tatuatore. Nato in Perù e residente a Seveso (Monza), è affiliato alla famigerata gang di latinos Ms-13 di cui fa parte anche il fratello, ed è già stato rinviato a giudizio per l'aggressione a colpi di machete dell'11 giugno 2015 a Villapizzone, per cui il capotreno Carlo Di Napoli rischiò di perdere un braccio. Ieri il 18enne, che all'epoca dei fatti di anni ne aveva 17, è finito in manette per un episodio avvenuto a settembre 2015: assieme a due amici, tra cui l'ecuadoriano 24enne Alexander Barrera Martinez arrestato lo scorso gennaio, aveva teso una trappola al loro tatuatore di fiducia, italiano di circa 30 anni. Quest'ultimo era solito far pagare i suoi tatuaggi alla banda o in contanti, o in cocaina.

Ma quel giorno di inizio autunno era stato lui a offrire della droga alla pandilla criminale, se non fosse che dentro l'involucro consegnato non aveva messo cocaina ma bicarbonato. Una truffa che non era stata digerita dai sudamericani, tanto che i tre, scoperto l'inganno, telefonarono al tatuatore dandogli appuntamento alle 3 di notte al parcheggio dell'Esselunga della stazione ferroviaria di Milano Certosa, a Quarto Oggiaro. Alle 2.30 il tatuatore e la fidanzata, italiana di 29 anni descritta dai carabineri come "di buona famiglia, completamente diversa come indole e abitudini dal compagno", si fanno trovare al parcheggio a bordo di un'auto. La coppia aveva una relazione da un mese e viveva ognuno con le rispettive famiglie. Ad attenderli c'erano il 18enne arrestato ieri e al tempo minore, il 24enne Barrera Martinez e una terza persona, al momento ricercata.
 

Armati di macete e pistola hanno minacciato il tatuatore per lo sgarbo subito, e per vendicarsi hanno rapinato la fidanzata del suo smartphone e navigatore satellitare. Il tatuatore, impaurito dal 18enne e il complice che gli puntavano le armi, è fuggito a gambe levate, mentre Barrera Martinez è salito sulla vettura assieme alla ragazza, ha messo in moto e arrivati in una zona isolata l'ha violentata. Solo alle 5 del mattino la giovane è stata liberata e, qualche ora più tardi, si è recata al comando provinciale di carabinieri di via della Moscova a raccontare l'accaduto, fornendo la descrizione del volto del suo stupratore. La banda criminale è stata scoperta grazie al telefono rubato alla giovane, individuato a Varese. Oggi il 18enne è al carcere Beccaria, e per lui le accuse sono violenza sessuale di gruppo e rapina.

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