Sono ritenuti responsabili di due accoltellamenti avvenuti vicino alla discoteca Lime Light

Hanno un nome i latinos che la sera del 3 luglio scorso in via Casterbarco a Milano, nei pressi della discoteca Lime Light, hanno accoltellato un ragazzo albanese di 19 anni, ridotto in coma permanente, e un salvadoregno di 21, che se l'è cavata con 120 punti di sutura. Si tratta del 20enne Omar Antonio Velasquez, detto 'Chukino', irregolare sul territorio italiano, e del 21enne Mauricio Arturo Sanchez Soriano, detto 'Peludo', regolare in Italia. Entrambi, affiliati alla banda criminale sudamericana MS-13, hanno recenti precedenti per rissa e porto abusivo di armi da taglio. Secondo la squadra mobile di Milano, Chukino avrebbe accoltellato il connazionale, mentre Sanchez Soriano, presente al primo episodio, l'albanese. I due si trovano ora al San Vittore. 

La sera del 3 luglio Chukino e Sanchez Soriano erano assieme a un gruppo di una ventina di persone, di cui circa una quindicina, secondo la Mobile, avrebbero assistito a entrambi gli episodi di violenza. Erano usciti di casa armati: il primo con un taglierino da muratore, il secondo con un coltello a serramanico. Volevano passare la serata al Lime Light, discoteca frequentata la domenica soprattutto da sudamericani, ma la security del locale li aveva riconosciuti come 'pandilla' e non li aveva fatti entrare. Il gruppo era rimasto in zona, in via Castelbarco, davanti alla discoteca, e quando gli è passata davanti il salvadoregno di 21 anni, incensurato, lo hanno accerchiato chiedendogli con insistenza se facesse parte della Mara Salvatrucha MS-13 o dell'avversaria 18. Secondo la Mobile, Chukino lo avrebbe ferito al collo, all'addome, alla schiena e alle braccia. Per il taglio profondo alla gola il giovane era stato portato al Policlinico in codice rosso: per poco il suo aggressore non gli aveva bucato la trachea, ed era stato dimesso con 10 giorni di prognosi e 120 punti di sutura. Dopo l'accoltellamento Chukino si era allontanato in macchina assieme a degli amici, mentre gli altri si sono diretti alla vicina fermata del tram 15. Tra loro anche Sanchez Soriano. Saliti sul mezzo hanno cominciato a litigare con una compagnia eterogenea di ragazzi, fra cui anche dei minorenni di cui una centroafricana. Soriano crede di riconoscere un giovane sudamericano con cui qualche tempo prima aveva avuto uno screzio, e lo chiama per nome: "Andrea". Vuole far rissa, ha bevuto e prende a pugni i finestrini del tram. L'albanese di 18 anni interviene a difesa del suo amico etichettato come Andrea, e non appena scendono dal mezzo, all'altezza di Porta Lodovica, Sanchez Soriano lo prende di peso e lo riduce in fin di vita. Sono quattro i colpi di coltello a serramanico sferrati al cuore del giovane, poi soccorso dal 118 e portato all'ospedale Humanitas. Per lui, che non si è mai ripreso dal coma, in sala operatoria non c'è stato niente da fare. Incensurato, lavorava per un'impresa edile dell'hinterland. L'arma è stata trovata nascosta dietro a un mobile a Milano, nella casa in cui Sanchez Soriano vive con la famiglia. 

Fin dall'inizio gli investigatori si erano concentrati sui possibili legami tra i due episodi di violenza, avvenuti in tempi e luoghi ristetti. Ad oggi le indagini della polizia continuano per capire se ci siamo altri responsabili. Chukino è stato preso in un luogo di Milano città in cui si riuniscono le nuove leve della MS-13, mentre Sanchez Soriano sul posto di lavoro nell'hinterland: il ragazzo lavora per un'impresa edile. Il primo è in Italia da circa cinque anni, il secondo da quattro. Sanchez Soriano a Milano stava cercando di accreditarsi come nuovo capo nella gang di latinos diffusa in tutto il mondo che affilia nuove leve tra i giovani sudamericani. Sul corpo ha diversi tatuaggi tipici dell'iconografia della MS-13 che indicano, secondo la Mobile, un'affiliazione al Paese di origine, El Salvador. Tra questi le mani congiunte con il rosario al centro, immagine usata dai latinos come simbolo indelebile con cui chiedere scusa alla madre per la 'vita loca'.

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