I dati della Polizia ferroviaria parlano di 135 casi nel 2015

 I suicidi in ambito ferroviario sono stati 135 con una riduzione del 6% rispetto al 2014. Lo rende noto la Polizia ferroviaria analizzando il bilancio di un anno di attività. Nel 2015 si sono registrati in ambito ferroviario anche 56 tentativi di suicidio, per un totale di 191 eventi. Se i tentativi appaiono numericamente invariati rispetto al 2014, quanto ai suicidi portati a termine si registra una lieve flessione (-6%). Relativamente al luogo, il 57% degli eventi totali (108 tra suicidi e tentati suicidi) è avvenuto in stazione o nelle immediate vicinanze. In questi casi l'uso delle telecamere o una maggiore attenzione a quei viaggiatori che pongono in essere comportamenti inconsueti, può consentire di evitare o ridurre l'azione di aspiranti suicidi. A tale riguardo risulta di fondamentale l'attività preventiva svolta dal personale Polfer nel corso dei servizi di vigilanza scalo, ma anche la pronta reazione del personale ferroviario presente in stazione o a bordo treno e, in particolare, del macchinista che, con l'azionamento della frenata, è in grado talvolta di interrompere la marcia del convoglio prima dell'impatto. In minor misura (37%) il suicidio o il tentativo sono avvenuti lungo linea, ossia in punti isolati della strada ferrata.

In alcune circostanze solo la rapida reazione del macchinista, che ha agito in tempo sull'impianto di frenatura del convoglio, ha evitato l'urto con la persona o ne ha ridotto le conseguenze scongiurando l'esito mortale. In altri casi, invece, l'allarme dato del personale ferroviario, accortosi della presenza di persone lungo la massicciata, ha permesso l'intervento da parte della Polizia Ferroviaria che è poi riuscita a dissuadere chi voleva porre in atto il gesto. In aumento gli episodi in stazione (+11 eventi, pari all'11% in più rispetto al 2014), in calo quelli lungo linea (-6 eventi, pari a -16%) e quelli a passaggio a livello (-6 eventi, pari a -33%). Con riferimento alla nazionalità, si tratta per lo più di italiani (78%) e di cittadini extracomunitari (23%); residualmente di cittadini comunitari, il cui numero è tuttavia triplicato nel corso del 2015 passando da 6 a 18 persone. In calo il numero degli italiani. Una persona è rimasta ignota. Sotto il profilo dell'età, la classe decennale maggiormente colpita è quella tra i 20 e i 29 anni, che peraltro ha fatto registrare un aumento del 33% rispetto al 2014 con 10 persone in più tra i suicidi e gli aspiranti suicidi. In calo i suicidi ed i tentativi tra le persone la cui età va dai 30 ai 39 anni (-8%, equivalente a 3 persone in meno rispetto al 2014), dai 50 ai 59 (-22%, equivalente a 8 persone in meno) e dai 60 ai 69 (-29%, equivalente a 6 persone in meno). In aumento il fenomeno tra i giovanissimi di età compresa tra 0 e 19 anni (+29%), passati dai 14 del 2014 ai 18 del 2015. Poco significative le altre variazioni.

 

Le regioni con maggior numero di suicidi e tentativi sono la Lombardia (48), la Toscana (25) e l'Emilia Romagna (22). Nessun caso si è invece registrato in Sardegna ed in Calabria. L'aumento più consistente si è verificato nella regione lombarda con 7 persone in più rispetto al 2014; un aumento di 5 persone si è registrato nel Lazio ed in Campania. Le flessioni più significative rispetto al 2014 si sono concentrate in Veneto (-14 persone), in Emilia Romagna (-4 persone) e nel Compartimento che ricomprende Trentino Alto Adige e le province di Verona e Vicenza (-4 persone). In relazione al territorio occorre precisare che, sebbene gli episodi si concentrino in alcune regioni, raramente si ripresentano nelle medesime località. Nel mese di settembre, tuttavia, si sono registrati nella stazione di Reggio Emilia due suicidi ed un tentativo nell'arco di pochi giorni. In due casi si è trattato di giovani di età compresa tra i 20 e i 29 anni. Le persone suicide o che tentano il suicidio sono nel 69% uomini (131 casi), nel 31% di donne (60 casi). Nel confronto con i dati del 2014, a sostanziale parità di numero quanto a suicidi o aspiranti suicidi di sesso maschile (erano 132 nel 2014), si è avuta una flessione del 12% nelle donne, passate dalle 68 del 2014 alle 60 del 2015.
 

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