"Vengo tra voi per condividere i passi sul sentiero della riconciliazione"

 Tra meno di un'ora Papa Francesco volerà, per il suo 14esimo viaggio apostolico, in Armenia: prima nazione cristiana della storia, ma anche terra segnata da un genocidio e spezzata dalle continue tensioni nel Caucaso. "Vengo tra voi per sostenere ogni sforzo sulla via della pace e condividere i passi sul sentiero della riconciliazione", ha detto in un videomessaggio trasmesso giovedì sera al popolo armeno. Un "pellegrino", si definisce, nell'anno del Giubileo.

"La vostra storia e le vicende del vostro amato popolo – ha aggiunto – suscitano in me ammirazione e dolore": ammirazione, "perché avete trovato la forza di rialzarvi sempre, anche da sofferenze che sono tra le più terribili che l'umanità ricordi; dolore, per le tragedie che i vostri padri hanno vissuto nella loro carne". "Ai ricordi dolorosi – ha osservato – non permettiamo di impadronirsi del nostro cuore; anche di fronte ai ripetuti assalti del male, non arrendiamoci".

 

Da tempo Papa Francesco aveva espresso il desiderio di visitare la regione del Caucaso. Il viaggio si fa, ma sarà diviso in due tappe e lo vedrà dal 30 settembre al 2 ottobre in Georgia e Azerbaigian: "Per diversi motivi – ha spiegato il portavoce della Santa Sede padre Lombardi – tra gli altri perché il patriarca georgiano doveva essere a Creta in questi giorni", per il concilio panortodosso, al quale però non ha più presenziato. Il viaggio è delicato per i rapporti tra Armenia e l'Azerbaigian, che si contende l'enclave del Nagorno-Karabakh, per la quale si consumano ciclicamente tra i due Paesi conflitti armati. Motivo più plausibile per cui il viaggio è stato spezzato in due.

E' delicato però anche per i rapporti con la Turchia e il massacro dei cristiani ad opera dell'Impero Ottomano, che si è consumato tra il 1915 e il 1916 e che causò un milione e mezzo di morti. Tra le tappe della visita ci sarà infatti anche la visita alla 'Fortezza delle rondini', memoriale del massacro, e l'incontro con una decina di discendenti dei superstiti che furono ospitati da Benedetto XV nelle ville di Castel Gandolfo, dove per molti anni vi fu un orfanotrofio armeno. Lo scorso anno, quando Papa Francesco commemorò in Vaticano il centenario del "Grande Male", la Turchia in risposta ritirò per mesi l'ambasciatore presso la Santa Sede.

L'ultimo Papa a visitare il Paese è stato Giovanni Paolo II, nel settembre del 2001, per il 1700esimo anniversario del cristianesimo. In quell'occasione, Wojtyla scrisse una lettera apostolica sul battesimo del popolo, esortandolo a rialzarsi dalla sofferenza che veniva da anni di regime totalitario. 

 

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