Tra i reati contestati tentato omicidio, estorsione e rapina aggravata dal metodo mafioso

Blitz contro la 'ndrangheta a Taranto. Gli agenti della polizia locale hanno arrestato 33 persone ritenute responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione per delinquere di stampo mafioso, tentato omicidio, estorsione aggravata dal metodo mafioso, rapina aggravata, detenzione illecita di armi clandestine, danneggiamento aggravato dal metodo mafioso e altro.

Le indagini dell'operazione denominata 'Città nostra' hanno preso il via dopo la scarcerazione del pluripregiudicato Cosimo Di Pierro, a cui erano stati concessi i domiciliari per problemi di salute. Durante le intercettazioni ambientali e telefoniche, Di Pierro aveva dichiarato di volersi "impossessare della città" e il giorno stesso in cui era stato scarcerato aveva detto la frase: "La città è la nostra".

Inoltre, parlava di una organizzazione criminale vera e propria su cui poteva contare e un'ampia disponibilità di armi ed esplosivi. Aveva anche parlato della sua capacità di estorcere denaro ai commercianti e degli spacciatori suoi affiliati nei quartieri di 'Borgo' e 'Solito'.

Il boss poteva contare su numerosi giovani 'fedelissimi' che rappresentavano il suo braccio armato. Dalle intercettazioni sono continui anche i riferimenti ad "atti di forza", necessari per mantenere il controllo, così come necessarie erano le estorsioni per recuperare le risorse economiche per mantenere l'organizzazione criminale.

Per rafforzare il legame tra i sodali, come emerso dalle attività investigative, erano previste anche cerimonie di iniziazione e di affiliazione sulla falsariga dei rituali di matrice 'ndranghetista, da cui ne mutuavano anche il gergo. In particolare, il rituale praticato era articolato in più fasi: vi era una prima fase in cui veniva recitato, come una litania, il testo propiziatorio, contenente i canonici riferimenti a Mazzini, Garibaldi e Lamarmora, seguito poi dalla 'punciuta', cioè il rito della puntura dell'indice della mano, con il sangue che viene adoperato per imbrattare un'immaginetta sacra a cui viene dato fuoco.

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