Il Pontefice riceve premio Carlo Magno davanti vertici Ue: "Nonna Europa è stanca, grandi ideali hanno perso forza"
Papa Francesco riceve nella sala regia del Palazzo Apostolico vaticano il Premio Internazionale Carlo Magno 2016. Presenti Martin Schulz, presidente del Parlamento Europeo, Donald Tusk, presidente del Consiglio Europeo; Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Europea e Angela Merkel, cancelliera della Repubblica Federale di Germania, il premier Matteo Renzi, il re di Spagna Felipe VI. Presente anche il presidente della Bce Mario Draghi.
PAPA: NONNA EUROPA E' STANCA. "Nel Parlamento europeo mi sono permesso di parlare di Europa nonna". Così Papa Francesco nel discorso in cui riceve il Premio internazionale Carlo Magno 2016, ricorda il discorso fatto a Strasburgo il 25 novembre 2014. "Dicevo agli eurodeputati che da diverse parti cresceva l'impressione generale di un'Europa stanca e invecchiata – aggiunge – , non fertile e vitale, dove i grandi ideali che hanno ispirato l'Europa sembrano aver perso forza attrattiva; un'Europa decaduta che sembra abbia perso la sua capacità generatrice e creatrice. Un'Europa tentata di voler assicurare e dominare spazi più che generare processi di inclusione e trasformazione; un'Europa che si va "trincerando" invece di privilegiare azioni che promuovano nuovi dinamismi nella società; dinamismi capaci di coinvolgere e mettere in movimento tutti gli attori sociali (gruppi e persone) nella ricerca di nuove soluzioni ai problemi attuali, che portino frutto in importanti avvenimenti storici; un'Europa che lungi dal proteggere spazi si renda madre generatrice di processi". "Che cosa ti è successo, Europa umanistica, paladina dei diritti dell'uomo, della democrazia e della libertà? – chiede Bergoglio – Che cosa ti è successo, Europa terra di poeti, filosofi, artisti, musicisti, letterati? Che cosa ti è successo, Europa madre di popoli e nazioni, madre di grandi uomini e donne che hanno saputo difendere e dare la vita per la dignità dei loro fratelli?".
PAPA: LO DONO A EUROPA. "Desidero ribadire la mia intenzione di offrire il prestigioso Premio, di cui vengo onorato, per l'Europa: non compiamo infatti un gesto celebrativo; cogliamo piuttosto l'occasione per auspicare insieme uno slancio nuovo e coraggioso per questo amato Continente. La creatività, l'ingegno, la capacità di rialzarsi e di uscire dai propri limiti appartengono all'anima dell'Europa". Con queste parole il pontefice ha iniziato il suo discorso. Bergoglio non ha mai accettato premi personali, neanche da arcivescovo di Buenos Aires. Il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, a dicembre ha spiegato che Bergoglio lo ha accettato perché "è un premio per la pace".
UN NUOVO UMANESIMO. "Sogno un'Europa, in cui essere migrante non sia delitto bensì un invito ad un maggior impegno con la dignità di tutto l'essere umano. Con la mente e con il cuore, con speranza e senza vane nostalgie – ha aggiunto il Papa concludendo il suo discorso -, come un figlio che ritrova nella madre Europa le sue radici di vita e di fede, sogno un nuovo umanesimo europeo". "Sogno un'Europa che si prende cura del bambino – ha proseguito il Santo Padre -, che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca di accoglienza perché non ha più nulla e chiede riparo. Sogno un'Europa che ascolta e valorizza le persone malate e anziane, perché non siano ridotte a improduttivi oggetti di scarto. Sogno un'Europa dove i giovani respirano l'aria pulita dell'onestà, amano la bellezza della cultura e di una vita semplice, non inquinata dagli infiniti bisogni del consumismo; dove sposarsi e avere figli sono una responsabilità e una gioia grande, non un problema dato dalla mancanza di un lavoro sufficientemente stabile. Sogno un'Europa delle famiglie, con politiche veramente effettive, incentrate sui volti più che sui numeri, sulle nascite dei figli più che sull'aumento dei beni. Sogno un'Europa che promuove e tutela i diritti di ciascuno, senza dimenticare i doveri verso tutti. Sogno un'Europa di cui non si possa mai dire che il suo impegno per i diritti umani è stata la sua ultima utopia".
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