Molti si augurano che il confine non venga chiuso e si interrogano sulle conseguenze
L’Alto Adige deve guardare lontano per capire che cosa l’aspetta. Da una parte al Mediterraneo dove potrebbero riversarsi i migranti che per raggiungere il cuore dell’Europa non possono più percorrere la ‘rotta balcanica’. Dall’altra all’Austria, che ha minacciato di imporre controlli al valico del Brennero e potrebbe così colpire duramente un passaggio simbolico per la zona, ma anche fondamentale per l’economia. I politici promettono di impegnarsi a fare tutto il possibile per evitare la “chiusura” del confine, e domenica una manifestazione al valico, come quella del 3 aprile, chiederà libertà di movimento. I commercianti di Bolzano si augurano che il confine non venga chiuso e si interrogano sulle conseguenze.
“La paura è che i turisti scelgano altre destinazioni, temendo le lunghe attese al Brennero. Ho già sentito alcuni ipotizzare di andare altrove nella loro prossima vacanza”, dice Christian Abfalterer, chef nella pasticceria Café Konditorei Klaus a Bolzano, a pochi passi dal centro storico e dalla stazione, “ma possiamo solo aspettare”. Aggiunge: “C’è anche un po’ di paura, c’è una zona della città dove i migranti si radunano… e si sa che ci sono tanti furti”. Diego Bernardi, proprietario del birrificio Hopfer & Co., a due passi dalla piazza che d’inverno ospita i mercatini di Natale, si guarda dall’urlare ‘al lupo’: “A livello politico ognuno dovrebbe assumersi le responsabilità, la situazione va presa in mano. Chi di dovere dovrà cercare di risolvere il problema”, afferma, riferendosi anche all’amministrazione comunale che sarà votata a maggio e metterà fine al commissariamento.
Per Stefano Sartori, dell’Osteria I carrettai, “bisognerà vedere se davvero chiuderanno il confine e quanti migranti arriveranno”, ma è “normale che se i turisti austriaci o tedeschi sapessero di dover fare code di due o tre ore preferirebbero andare altrove”. “Molto dipenderà anche dalla nazionalità di quelli che arriveranno, se si integreranno… non vorremmo vederli tutti sotto i portici a chiedere la carità”. Non la pensa così una venditrice di un chiosco: “Non ho timore, parlano da mesi e non è successo nulla. E se succedesse, speriamo di essere preparati. Qui stiamo bene, siamo ricchi, molto meglio della Grecia. Comunque aspettiamo, e nel frattempo dicono che ora passano circa 20 migranti al giorno mentre un tempo erano un centinaio”.
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