Il dottore torinese era già finito in carcere a settembre per un caso di falsi invalidi
Nuovo arresto per Enrico Quaglia, medico torinese già finito in carcere a settembre per un caso di falsi invalidi. I carabinieri del Nas di Torino, a parziale conclusione dell'indagine convenzionalmente nota come 'Argante', hanno dato esecuzione ad una misura di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip su richiesta della Procura della Repubblica di Torino, nei confronti del medico legale ritenuto responsabile di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio.
A incastrarlo è stata una mazzetta di 2mila euro nascosta in un panino e immortalata dalle telecamere dei Nas.
L'indagine trae origine da una segnalazione giunta al Nas di Torino, che evidenziava come un'insegnante che aveva beneficiato del prepensionamento a causa di alcune patologie invalidanti incompatibili col servizio, conducesse in realtà una vita non compatibile.
Gli accertamenti preliminari confermavano alcune difformità nelle valutazioni espresse dai membri della locale Commissione Medica di Verifica del Mef, tese a concedere, sulla base di certificazioni mediche false o parzialmente veritiere, pensionamenti anticipati in favore di pubblici dipendenti per patologie invalidanti.
Lo sviluppo delle investigazioni ha consentito l'individuazione dei responsabili: insieme a Quaglia, risulta coinvolto anche Enrico Maggiore, presidente della Commissione Medica di Verifica (Cmv) del ministero dell'Economia e Finanza.
Il disegno criminoso, reiterato nel tempo, consisteva nel veicolare alle sedute della Commissione presiedute da Maggiore i clienti procurati dal Quaglia, al fine di far loro ottenere una falsa attestazione di incompatibilità della condizione lavorativa con lo stato di salute. Tale dichiarazione veniva emessa sulla base di certificazioni mediche prodotte da specialisti compiacenti, false o parzialmente veritiere, che lasciavano al Maggiore ampia discrezionalità nell'individuazione della patologia.
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