Intervista alla sociologa studiosa da molti anni della famiglia e delle sue trasformazioni
Tre donne uccise dai propi uomini in tre giorni. Di genere si continua ancora a morire mentre ferve, in Parlamento e in piazza, la polemica intorno alle unioni civili e al Family Day. Alla base "c'è il disprezzo della donna", dice a LaPresse Chiara Saraceno studiosa da molti anni della famiglia e delle sue trasformazioni. La sociologa spiega le ragioni di chi si oppone al riconoscimento dei diritti delle persone gay e lesbiche e chiosa:"La famiglia naturale non esiste"
Tre donne uccise in un giorno dai loro uomini. Cosa sta accadendo? Quali le radici? E quali le possibili contromosse?
Verrebbe da dire che cosa non sta accadendo, cioè che cosa non cambia. Il femminicidio sembra essere il nocciolo duro della violenza contro le donne, quello che non diminuisce. Sono diminuite le violenze meno gravi, ma non quelle più gravi, fino all'omicidio. Persiste in settori anche socialmente e culturalmente diversificati della popolazione maschile un modello di genere per cui un uomo a diritto di fare quello che vuole con la "propria" donna, ovvero con la donna che ha deciso debba essere "sua". Un modello che insieme disprezza e teme la libertà delle donne, perché indebolisce un modello maschile basato sulla assimetria del potere. Purtroppo non sempre le donne colgono per tempo i segnali di rischio, specie se a loro volta condividono un modello di genere per cui le donne devono essere sottomesse, o accettare – per amore o per quieto vivere – l'aggressività, o la gelosia, o comunque le pretese, degli uomini con cui vivono. E non sempre, anche quando colgono questi segni, hanno le risorse per mettersi in condizioni di sicurezza.
E' in vigore la norma sul femminicidio. Secondo, le leggi da sole bastano ad arginare il fenomeno?
Le leggi servono non solo a punire i colpevoli, ma anche a nominare il fatto che si tratta di un delitto specifico. Il problema non sta nell'amore, ma nella sopraffazione di genere. Occorre operare molto di più sulla prevenzione, a livello educativo e culturale, fin dai più piccoli, e sulla protezione: aiutando a cogliere i segni di rischio, approntando servizi che proteggano nei casi più rischiosi. Purtroppo, i servizi previsti dalla legge sul femminicidio mancano di risorse adeguate e di fatto tutto è lasciato alle iniziative locali e al volontariato.
La cronaca di questi giorni cade in mezzo alla polemiche del Family Day. Chi c'era secondo lei in quella piazza? Quali le vere istanze, al di là degli slogan? Come ritiene le reazioni all'annuncio della gravidanza della Meloni?
C'era tanta gente diversa, in buona e mala fede, mobilitata con parole d'ordine accattivanti("difendiamo i nostri figli") ma che avevano un messaggio fuorviante: come se "i nostri figli" venissero attaccati e messi in pericolo dal riconoscimento dei diritti delle coppie dello stesso sesso. Aggiungo che i modelli di genere che agitavano quella piazza e soprattutto gli organizzatori fanno parte del problema di cui parlavo più sopra: modelli rigidi, sostanzialmente asimmetrici, in cui ciascuno sta al "suo" posto. Non sono solo contro l'omosessualità. Sono anche contro ogni superamento dei modelli di genere maschile e femminile tradizionale, a prescindere dall'orientamento sessuale e da come si generano i bambini. Quanto alle reazioni insultanti e misogine all'annuncio della gravidanza di Meloni sono semplicemente indecenti, a prescindere dall'intenzione più o meno furbetta e strumentale che l'ha spinta a fare quell'annuncio così privato e di cui sospetto si sia molto pentita.
Il ddl Cirinnà è alle ultime battute: cosa pensa delle legge e anche delle polemiche che ci girano intorno?
Io sarei favorevole al matrimonio egualitario, come c'è ormai in diversi paesi. Sono anche favorevole all'adozione da parte di coppie dello stesso sesso e sull'adozione del figlio del/della partner. Se mai distinguerei, in quest'ultimo caso, tra coppie di donne e coppie di uomini. Comunque, il ddl Cirinnà è il minimo sindacale, frutto di complesse mediazioni.
Cosa è la famiglia? E cosa è la famiglia naturale?
La famiglia naurale non esiste, come testimoniano gli studi storici e antropologici ed ho ampiamente argomentato anch'io nel mio libro Coppie e famiglie. La famiglia è un istituto storico, costituito dalle norme – culturali, sociali, religiose, giuridiche – perciò mutevoli nello spazio e nel tempo. Ciò significa anche che non c'è perfetta sovrapposizione e identità tra procreazione e filiazione, tra bambino e figlio.
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