Cinquanta talenti del Politecnico di Torino andranno per cinque mesi a Ginevra e avranno un compito tutt'altro che facile

Cinque mesi per trovare un modo innovativo di affrontare e risolvere problemi ambientali di grande portata, dall'utilizzo più efficiente delle risorse idriche nelle città e nelle campagne alla riduzione delle emissioni di gas serra, o il miglioramento dell'efficienza della produzione di energia elettrica.
E' il progetto 'Innovation for Change', partito oggi al Cern di Ginevra e promosso dalla Scuola di Alta Formazione al Management di Torino, dal Politecnico di Torino e dal centro sperimentale Ideasquare, un centro specializzato di innovazione sperimentale che fa parte del Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire.

"Il tentativo nasce dalla collaborazione tra la Scuola di Alta Formazione al Management e studenti del Politecnico, due grandi risorse di talenti", spiega a LaPresse il vicerettore del Politecnico, Emilio Paolucci. "Abbiamo una cinquantina di studenti con background molto diversi e abbiamo chiesto a un gruppo di imprese di focalizzare una serie di problemi ambientali, che abbiamo concentrato in aria e acqua, e che fossero di ampio respiro. Il Cern ha messo a disposizione i suoi laboratori per gli esperimenti".

Non è così facile capire qual è l'area di applicazione delle problematiche che i 50 talenti andranno ad affrontare, spiega Paolucci, "e che cercheranno di superare sfruttando le tecnologie sia dal punto dell'ingegneria che del mercato. Per 5 mesi cercheremo di capire come affrontarli e come trovare un'applicazione pratica, per produrre dei product concept, e speriamo che qualcuno lanci delle startup". Si tratta, continua il vicerettore del politecnico di Torino, di "un modo diverso di portare i nostri giovani a creare nuove imprese, con base tecnologica molto più forte e una visione dei problemi molto ampia".

Per esempio uno dei problemi evidenziati da Enel, azienda partner del progetto insieme a Barilla e Smat, è che sempre più la produzione di energie rinnovabili, in particolare di quella eolica, dipende dalla capacità di prevedere il tempo con esattezza: oggi gli errori sono anche a due cifre, ma migliorando questo dato si potrebbero azionare le pale eoliche con più efficacia, aumentare la produzione di energia verde e puntare dunque alla riduzione di CO2. "Come politecnico ci è sembrata un'occasione unica di mettere insieme tante cose in modo nuovo".

Il progetto, spiega Silvia Petocchi, direttrice della SAFM, "nasce da un corso che fa parte del nostro Mba. Abbiamo integrato anche le persone che stanno facendo il Phd al Politecnico e pensiamo che verranno fuori delle soluzioni interessanti. Se la guardo dal punto di vista degli studenti, sarà un'esperienza davvero valida, perché oltre a realizzare qualche cosa oltre a questo tipo di sfida impareranno anche a gestire questo processo di innovazione, una competenza specifica che sarà utile a chi andrà in azienda, ma anche a chi rimarrà nel mondo della ricerca". Unire studenti di profilo diverso, di tipo scientifico e di tipo business, e farli lavorare insieme "farà fare anche più fatica nel processo ma li arricchirà molto e vale per entrambi", prevede Petocchi.

Questa settimana gli studenti saranno tutti a Ginevra insieme,  lavorando in modo molto intenso tra lezioni e tanto tempo, la maggior parte, dedicato a sviluppare la propria idea. "Dopo torneranno all'università, a lezione, nelle aziende ma per 5 mesi avranno dei weekend di lavoro e comunque degli obiettivi di lavoro da raggiungere organizzandosi come preferiranno e anche utilizzando le modalità e le tecnologie, le prospettive da cui affrontare la problematica, con l'aiuto dei mentor che li seguiranno – racconta la direttrice della Scuola di Alta Formazione al Management – saranno mesi molto intensi fino alla presentazione al Demo day del 20 giugno, che si terrà a Torino".
 

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