Milano, 31 dic. (LaPresse) – “Questa istituzione è così cara a Milano, così antica e così, starei per dire, curata dai milanesi a tal punto che è comprensibile che occupi sempre gli spazi della cronaca. Anche perché nessun uomo e nessun popolo vuole perdere le cose care”. Lo ha detto il cardinale di Milano, Angelo Scola, dal pulpito della chiesetta del Pio Albergo Trivulzio, la celebre casa di riposo in difficoltà economiche. Il porporato in visita tra gli ammalati per il tradizionale ‘Te Deum’ di fine anno.

“Tutti noi auspichiamo che” il Trivulzio “esca presto definitivamente dai suoi problemi. Facciamo questo augurio alle autorità qui presenti: possano affrontare la situazione delicata di questa realtà con successo e nel più breve tempo possibile”, ha aggiunto il cardinale. Seduti ai primi banchi, tra gli altri, l’assessore al Welfare del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, e il direttore generale del Trivulzio, Claudio Sileo.

Scola ha poi sottolineato “la generosità, la capacità di altruismo, di unificare e di costruire della città di Milano”. E ancora: “Qui” al Trivulzio “si vede che una civiltà che si prende cura, veramente adeguata a questi tempi, per certi versi pieni di avventura e di fascino, non solo di contraddizioni e di tragedia, è una civiltà in vero progresso. Che non è garantito, perché i rischi di cadere nel peggio non sono pochi”, ha concluso il cardinale.

“Eminenza, la sua presenza scandisce gli anni. L’istituto ha accompagnato per 245 anni la storia di Milano e ci auguriamo che possa continuare a farlo con sensibilità, professionalità e umanità”. Così don Carlo Stucchi, cappellano rettore del Trivulzio, nel saluto all’inizio della cerimonia. Al termine della celebrazione, Scola ha stretto le mani e augurato “buon anno” alle decine di malati presenti e poi ha fatto una visita nei reparti della struttura.

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