Milano, 21 dic. (LaPresse) – “Nel 2015” la commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale “ha audito 4673 persone e trattato circa 5200 pratiche (vanno aggiunte quelle di rinnovo, ndr). Si tratta spesso di cittadini che spesso non parlano l’italiano, c’è bisogno di interpreti e mediatori culturali. Capite il tempo che si perde”. Lo ha detto il prefetto di Milano, Alessandro Marangoni, in occasione della firma del protocollo di collaborazione per accelerare il lavoro della commissione territoriale richiedenti asilo. Il documento è stato sottoscritto da Prefettura, Regione Lombardia ed Ersaf (Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste).
“Per il 2015 – ha fatto ancora i conti – 2700 pratiche degli auditi sono state rigettate. E circa un paio di centinaia di persone si sono rese irreperibili” dopo che la pratica è stata accettata. Tra gli ascoltati, “circa 2500 sono stranieri che provengono dall’Africa subsahariana, persone per le quali bisogna analizzare in maniera estremamente attenta il diritto all’asilo politico”.
“Tra il 2014 e il 2015 – ha spiegato Marangoni – c’è stato il raddoppio delle pratiche trattate. La media delle pratiche trattate al giorno è dalle 30-32. Con uno sforzo straordinario. Iniziano alle 8 la mattina e finisco alle 9 la sera. E’ chiaro che dobbiamo fare ancora di più. E, soprattutto, stiamo studiando un potenziamento delle persone dedicate. Un terzo della commissione, formata da una decina di persone, fa solo questo, gli altri hanno altro incarichi”. “Il ministro” dell’Interno “Alfano si è preso l’impegno di potenziare la commissione. Voi sapete che questo è un problema molto grosso e un tema che esige particolare attenzione. In prospettiva verrà aperta un’altra commissione a Monza e un’altra è in previsione di apertura a Bergamo”, ha annunciato il prefetto milanese.
“E’ un meccanismo – ha spiegato ancora il prefetto milanese parlando dell’analisi delle pratiche – estremamente delicato e complesso che non può essere utilizzato in maniera grossolana. Il numero del personale è, credetemi, molto limitato. Il rapporto con i cittadini stranieri è delicato e deve essere fatto con estrema intelligenza. Lo scopo principale è l’accelerazione delle pratiche: brutto dirlo perché una persona non è una pratica”, ha concluso Marangoni.
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