di Maria Elena Ribezzo
Città del Vaticano, 18 dic. (LaPresse) – Madre Teresa di Calcutta è a un passo dalla santità. Ieri pomeriggio, nel giorno del suo compleanno, Papa Francesco ha approvato il miracolo attribuito alla beata: la guarigione, avvenuta il 9 dicembre 2008, di un ingegnere 35enne brasiliano cui erano stati diagnosticati otto ascessi al cervello. Il paziente, che oggi ha 42 anni, fu guarito all’istante e in modo scientificamente inspiegabile mentre la moglie implorava l’intercessione della religiosa. La data ufficiale della canonizzazione sarà resa pubblica nel prossimo Concistoro, anche se si parla del 4 settembre, giorno del Giubileo degli operatori e dei volontari della Misericordia.
La notizia è stata anticipata sul quotidiano Avvenire, poi questa mattina l’udienza di Papa Francesco con il cardinale Angelo Amato, prefetto della congregazione delle Cause dei santi, è stata confermata da un bollettino ufficiale della Santa Sede. La causa per la sua canonizzazione fu fatta aprire da Papa Giovanni Paolo II meno di due anni dopo la sua morte, per l’enorme fama della donna e le grazie che si dice siano state ottenute per sua intercessione. I decreti sulle sue virtù eroiche e sui miracoli sono stati approvati il 20 dicembre 2002 dallo stesso Woytjla. “Icona del Buon Samaritano”, l’aveva definita il Papa polacco nell’omelia della sua beatificazione, il 19 ottobre 2003. “Nemmeno i conflitti e le guerre – disse – riuscivano a fermarla”.
“Albanese di sangue, indiana di cittadinanza – amava definirsi la beata -. Secondo la mia vocazione, appartengo al mondo”. La sua missione di vita infatti è stata quella di servire i più poveri tra i poveri. Gonxha Agnes Bojaxhiu, questo il suo nome prima dei voti, è nata il 26 agosto 1910 a Skopje, in Albania, crocevia dei Balcani ed è cresciuta nelle ristrettezze economiche lasciate dalla morte prematura del padre. Fondò in India la comunità religiosa delle Missionarie della Carità, dedite al servizio dei più poveri, che il 7 ottobre 1950 venne riconosciuta ufficialmente nell’arcidiocesi di Calcutta. Da lì la comunità crebbe e si espanse prima in Venezuela, poi a Roma, in Tanzania e, successivamente, in tutti i continenti. Dal 1980 fino al 1990, Madre Teresa aprì case di missione in quasi tutti i Paesi comunisti, inclusa l’ex Unione Sovietica, l’Albania e Cuba.
Nel 1979 vinse il Premio Nobel per la Pace, mentre i media cominciavano a seguire le sue attività con interesse crescente. Nel 1997 le suore di Madre Teresa erano circa 4mila, presenti nelle 610 case di missione sparse in 123 paesi del mondo. Morì il 5 settembre 1997. Il Governo indiano organizzò per lei i funerali di Stato e il suo corpo fu seppellito nella casa madre delle Missionarie della Carità. La sua tomba oggi è luogo di pellegrinaggi e di preghiera per pellegrini di ogni credo.
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