Roma, 15 dic. (LaPresse) – Il mondo della sanità pubblica scende in piazza. Domani, mercoledì 16 dicembre, medici di famiglia, medici ospedalieri e anche veterinari pubblici aderenti a numerose sigle sindacali si asterranno dal lavoro per chiedere al governo “un confronto programmatico” sul tema della sanità che “continua a vivere – spiegano in una lettera inviata anche al premier Matteo Renzi e alla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin – o meglio a morire, fuori dall’attenzione della politica, se non come puro costo da abbattere, generatore di sprechi, lusso che non ci potremmo permettere”. A rischio due milioni di prestazioni sanitarie.

I MOTIVI DELLA PROTESTA. In particolare, i camici bianchi chiedono l’approvazione di “un piano di assunzioni e di stabilizzazione dei precari”, la riforma delle cure primarie “nel rispetto del valore e della dignità dei medici”, la cancellazione della “subordinazione della rete ospedaliera e territoriale alle facoltà di medicina, prevista dalla legge di stabilità”. Inoltre, i medici chiedono l’apertura di tavoli di contratto e convenzioni “non a costo zero, per valorizzare, dopo 6 anni di blocco, la fatica e la responsabilità del lavoro professionale”.

LE MODALITA’ DELLO SCIOPERO. I medici di famiglia aderenti allo sciopero si asterranno dal lavoro in studio dalle 8 alle 20 ma garantiranno comunque le visite domiciliari urgenti, quelle in assistenza programmata a pazienti terminali e di assistenza domiciliare integrata, nonché tutte le prestazioni definite nell’ambito degli accordi regionali. Astensione dal lavoro anche per le guardie mediche.

SIT-IN A ROMA. Alle 11 di domani i segretari nazionali dei sindacati che hanno aderito allo sciopero si sono dati appuntamento davanti all’ospedale San Camillo di Roma, in Circonvallazione Gianicolense 87, per un sit-in di protesta.

LORENZIN: TROVATI FONDI PER ASSUMERE I MEDICI. “In una intervista a Repubblica, la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, assicura che il governo ha trovato i fondi per assumere i medici. “Abbiamo cambiato il sistema alla base delle assunzioni – spiega – non più legate alla legge sulla responsabilità dei medici e cioè alla riduzione della medicina difensiva. I fondi arriveranno dai risparmi generati da altri provvedimenti entrati in stabilità: su appropriatezza, centrali uniche di acquisto, piani di rientro delle Asl in deficit”. Il fondo sanitario da 111 miliardi, precisa però la titolare della Salute “è quello e dobbiamo farcelo bastare puntando su efficienza, lotta allo spreco e assunzione di responsabilità collettiva”.

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